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Dachau, rubata la targa “Arbeit macht frei” dal cancello del lager nazista

Lo scrive il quotidiano tedesco Suddeutsche Zeitung. Tutte le piste di indagine sono aperte, da un blitz di neonazisti alla commissione di un collezionista. Lo stesso fatto era già successo ad Auschwitz nel 2009

Profanato uno dei luoghi della memoria della Shoah. La targa metallica con la scritta “Arbeit macht frei” (“Il lavoro rende liberi”) è stata rubata dal cancello del campo di concentramento di Dachau, il primo lager nazista aperto il 22 marzo 1933 su iniziativa dello stesso Heinrich Himmler. Lo scrive il quotidiano tedesco Suddeutsche Zeitung. Lo stesso fatto era già successo ad Auschwitz nel 2009. Ma in quell’occasione già tre giorni dopo gli agenti speciali della Agenzia per la sicurezza interna polacca arrestarono un gruppo di neonazisti svedesi che avevano sottratto il cartello nell’ottica di rivenderlo a qualche nostalgico della Svezia.

Troppo presto, invece per sapere le ragioni che hanno portato a sottrarre la scritta dal lager tedesco. Tutte le piste di indagine sono aperte, quindi, da un blitz di neonazisti alla commissione di un collezionista. La polizia ha spiegato che le autorità si sono accorte dell’assenza del cartello domenica 2 novembre. Chi ha rubato la targa, che misura 190 centimetri per 95 centimetri, deve avere scavalcato un primo cancello per arrivare a quello dov’era affisso il cartello. Nelle vicinanze del campo di concentramento non è stato trovato nulla, mentre è stato lanciato un appello affinché chiunque abbia visto persone o veicoli sospetti denunci l’accaduto. A Dachau, a circa 20 chilometri di distanza da Monaco di Baviera, furono uccisi più di 40mila prigionieri, prima che le forze alleate lo liberassero il 29 aprile 1945.