Alla fine i renziani ortodossi hanno segnato un punto. Le primarie del Pd in Liguria si faranno prima di Natale, il 21 dicembre. Come avevano chiesto il governatore uscente, Claudio Burlando, a nome della “sua” candidata, l’assessore alle infrastrutture, con delega alla Protezione Civile, Raffaella Paita. Il sigillo che chiude la vertenza l’ha apposto giovedì sera, durante un blitz in Liguria, il vicesegretario del partito, Lorenzo Guerini. La data del 21 dicembre è stata imposta perché – ha spiegato Guerini – con le urne aperte il 15 marzo 2015 per il rinnovo del consiglio regionale ligure (la data è ufficiosa ma certa) se si slittasse con le primarie a gennaio non resterebbe tempo per raccogliere le firme e consultare la base del partito.
Saranno primarie di partito, non di coalizione: la sinistra radicale si è già sfilata e all’orizzonte non si profilano alleanze. Paita esulta e dichiara: “Sto aspettando l’avversario”. Burlando, sottotono com’è sua abitudine, dice all’Ansa: “La data del 21 dicembre è un punto di equilibrio tra l’esigenza di dare respiro ai genovesi colpiti dall’alluvione e il rischio di allungare troppo i tempi”. E chiosa: “Credo che voteremo con la vecchia legge elettorale. I tempi per trovare l’accordo sul nuovo testo sono molto stretti”. Se sopravvive il testo in vigore, il listino del presidente – a parole avversato da tutti, in realtà considerato un comodo sfogatoio per candidati “difficili” – potrebbe sopravvivere.
Già, ma chi sarà l’avversario di Raffaella Paita, giovane e rampante politica spezzina, che ha bruciato le tappe? Il nome in rampa di lancio è quello di Sergio Cofferati, ex segretario generale della Cgil, ex sindaco di Bologna e attuale europarlamentare eletto a Genova, sua città di adozione. Cofferati però tira il freno a mano. “Finora nessuno mi ha chiesto di candidarmi e qualora me lo chiedessero, a precise condizioni, potrei pensarci” dichiara a ilfattoquotidiano.it. Quali condizioni, esattamente? “E’ troppo presto per parlarne e comunque sarebbero numerose”. Tante quante i nomi del catalogo di Leporello del Don Giovanni? Cofferati, appassionato di musica lirica e di opera, non ci casca: “Non così tante, ma neppure poche”. Cofferati non è l’unico nome in lizza, sebbene sia in pole position.
L’ala anti-Paita è al lavoro su tre nomi. Oltre all’ex segretario della Cgil, valuta due deputati genovesi, Mario Tullo e Lorenzo Basso, entrambi ex segretari regionali del Pd e graditi ad una vasta porzione del partito ligure, dal segretario provinciale Terrile al capogruppo in comune Farello, fino al sindaco di Savona, Federico Berruti, già sceso in campo e poi ritiratosi. Berruti e lo stesso Basso fanno riferimento all’area renziana “dissidente”, dal renziano Burlando. Terrile e Farello sono cuperliani e Tullo fa riferimento a Bersani. La candidatura Cofferati potrebbe essere letta schematicamente come la riproduzione in sedicesimo del conflitto interno al Pd nazionale tra renziani e la minoranza interna, o addirittura come il tentativo di spostare in Liguria il duro showdown fra il premier Renzi e la Cgil di Susanna Camusso. “Pazienza” è il secco commento di un esponente del fronte contrario al duo Burlando-Paita.
Agli oppositori, guidati dal segretario regionale Giovanni Lunardon, cuperliano, è toccato solo un contentino. La riunione generale del 14 novembre per un esame collettivo alla ricerca degli errori emersi durante la (pessima) gestione dell’alluvione del 9 ottobre scorso, che ha messo in ginocchio Genova. Trecento milioni di danni, 7mila posti di lavoro a rischio e da Roma l’elemosina di appena 12 milioni e mezzo di euro per tamponare le urgenze. Mario Tullo ha proposto di destinare agli alluvionati genovesi i proventi delle primarie, 40-50mila euro circa. I costi dovrebbero essere sostenuti, ha proposto il deputato genovese, “dai parlamentari nazionali ed europei, dai consiglieri e assessori regionali”.