Sembra lontano il tempo del sindacato di destra erede del Cisnal (che fu vicino al Msi) ma indipendente dal governo Berlusconi, della celebrità quasi inaspettata sotto la stella della Polverini ospite quasi fissa di Floris, della prima donna segretario di un sindacato, del dialogo permanente con gli altri sindacati la cui storia è da sempre a sinistra o quasi. Dopo Renata, il diluvio: non è bastata la piena dell’inchiesta giudiziaria che ha portato via il successore della Polverini, Giovanni Centrella, peraltro con un’accusa che per gli iscritti non è proprio il massimo (aver usato per fatti suoi i soldi del sindacato). Ora il processo di successione della guida dell’Unione generale del lavoro finisce in una specie di rissa da saloon e non è nemmeno una battuta: il consiglio nazionale di alcuni giorni fa è finito con tavoli ribaltati, sedie rotte, bicchieri in frantumi, tende strappate. Per ricondurre alla ragione una decina di partecipanti che sono venuti alle mani nella sala conferenze affittata in un albergo di Montesilvano sono serviti Digos e carabinieri (con il 118 in allerta). Il tutto perché una delle due correnti che si sono battute per la guida del sindacato ha tentato di proclamare la vittoria del proprio candidato alla segreteria e gli avversari non erano d’accordo.

Per ricondurre alla ragione una decina di partecipanti che sono venuti alle mani al consiglio nazionale sono serviti Digos e carabinieri

I nomi degli sfidanti sono quelli di Paolo Capone e Salvatore Muscarella. Il primo è il segretario nazionale del settore Sanità e ha fondato la sua corsa alla segreteria sulle parole di rinnovamento e di allontanamento da quelli che definisce “i devastanti fatti sui quali sta opportunamente facendo luce la magistratura”. Il secondo è il segretario dell’Ugl Comunicazioni, che si occupa per esempio del settore delle poste. I numeri in gioco si muovevano intorno ai 178 delegati su 209 che si sono presentati al consiglio e soprattutto ai 138 necessari per essere eletti. A dare battaglia è proprio Muscarella che, parlando con il Tempo, ha definito l’elezione di Capone “irregolare”: “Non sono stati rispettati né i principi della democrazia associativa né regolamento e statuto”. Dall’altra parte Capone è sicuro di sé: “Alcuni mestatori della bad company centrelliana stanno diffondendo da giorni comunicati nei quali, a seconda di chi scrive, si afferma o che mi sarei autoproclamato segretario generale, oppure che l’elezione non sarebbe mai avvenuta o, ancora più incredibilmente, che la mia elezione non sarebbe stata proclamata dal presidente del consiglio nazionale, Paolo Mattei“. Secondo Capone la registrazione della seduta del consiglio finita a seggiolate dimostra “inoppugnabilmente l’avvenuta proclamazione”. “Con Capone, per evitare il peggio, abbiamo cercato di trovare una mediazione fino a mezzanotte. Mi ha detto che non c’era ancora il segretario nominato – racconta Muscarella – Peccato che il giorno dopo mi ha chiamato e mi ha detto: ‘Il segretario sono io’. E dire che avevamo puntato sulla trasparenza dell’elezione”.

E il mistero continua. Un gruppo che ha sostenuto Muscarella per la mozione “Ripartire dal territorio” annuncia una conferenza stampa chiarificatrice per domani, 3 novembre. “Il consiglio nazionale non ha eletto alcun segretario generale e lunedì in conferenza stampa mostreremo le prove” sottolineavano dando appuntamento nella sede del sindacato, in via delle Botteghe Oscure. Ma Capone insiste: il segretario è lui è quindi “è destituita di qualsiasi fondamento la notizia” dell’incontro con la stampa. Ma, a quanto pare, la conferenza stampa si farà, anche se da un’altra parte, cioè negli uffici della Ugl Comunicazioni, in via Volturno “dato che sostanzialmente la sede della Confederazione ci è stata negata”. Alla conferenza stampa, si legge nell’ennesima nota, “parteciperanno 10 segretari confederali, 48 segretari delle Unioni del Territorio e numerosi segretari di categoria per fare luce su quanto accaduto all’ultimo Consiglio Nazionale di Montesilvano attraverso filmati inequivoci, per illustrare le iniziative, anche giudiziarie, che sono state intraprese e per rilanciare il progetto sindacale per far ripartire l’Ugl dai territori”.

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