Sarà ballottaggio alle elezioni presidenziali in Romania tra il premier socialdemocratico Victor Ponta e lo sfidante Klaus Johannis, il sindaco della città di Sibiu (di centrodestra). Il capo di Stato uscente, Traian Basescu, non poteva ricandidarsi. Pontasi si aggiudica il 40,33% dei voti, seguito da Johannis con il 30.44%, quando sono state scrutinate il 98% delle schede. A seguire, a molta distanza, gli altri: Calin Tariceanu il 5,83%, Elena Udrea il 5.17%, Monica Luisa Macovei il 4,65%, Kelemen Hunor il 3,87%, Dan Diaconescu il 3,84%, Corneliu Vadim Tudor il 3 71%, Teodor Meleșcanu l’1,17%, Silagy Zsolt lo 0,63%. L’affluenza è stata del 52,56%.
Significativo il voto all’estero, in totale 153.677 elettori nei 294 seggi, la maggior parte dei quali in Italia (35mila), Spagna (33mila) e Repubblica di Moldova, come ha confermato l’Ufficio elettorale centrale. Anche se non sono mancate le polemiche per le infinite code a Chisinau, nel Regno Unito, in Francia, e in Germania che hanno scontentato gli elettori.
Ma sono volati gli stracci durante la campagna elettorale, che è stata segnata dagli scandali, con numerose accuse di corruzione, tra cui alcune indirizzate ad alleati del primo ministro e un regolamento di conti andato in scena tra Ponta e il suo rivale di lunga data, il presidente Basescu. Quest’ultimo, popolare di centro-destra, accusa Ponta di essere una ex spia.
Ma chi sono i due candidati alla sfida finale del 16 novembre? Ponta è primo ministro dal maggio 2012 e membro del Partito Socialdemocratico, già ministro delegato per i Rapporti con il parlamento nel 2008. E’ stato al centro di accuse di plagio in occasione della sua tesi di dottorato. Quando era procuratore generale della Corte di Giustizia rumena fu protagonista del caso Panait, dal nome del pm Cristian Panait morto nel 2002 caduto dalla finestra del terzo piano della sua abitazione. Sua zia presentò una denuncia sostenendo che fossero stati i suoi superiori (quindi Ponta) a spingerlo al folle gesto. Panait pare che sospettasse il premier di avere legami con figure della malavita. Ponta ha sempre respinto i sospetti ma prima delle elezioni del 2012 un attivista dell’opposizione, Adrian Videanu, accusò Ponta per minacce che avrebbero spinto Panait al suicidio. E’ di pochi giorni fa un suo video messaggio all’Italia, definito “fratello maggiore” in cui faceva l’in bocca al lupo al Jobs act di Renzi.
Il suo sfidante, conservatore e filorigorista, appartiene alla minoranza tedesca del Paese. Laureato in fisica, è da due mandati sindaco della cittadina di Sibiu, nel 2007 capitale europea della cultura con significativi fondi europei arrivati per l’occasione. Spicca per essere molto ricco nonostante sia stato un insegnante e non un businessman. In passato alcune mediatrici lo avevano accusato di essere implicato nelle adozioni illegali di bambini rumeni da parte di stranieri, una vicenda di cui non si conoscono le conseguenze legali. Dal 2009 è indagato per abuso di ufficio e incompatibilità, dal momento che oltre ad essere sindaco è stato anche ceo della Sibiu Parchi Industriali-Sura Mica, oltre che rappresentante della assemblea degli azionisti della Apa Canal Sibiu e Mercati Sc. Ma Johannis ha vinto queste cause in primo grado e attende l’appello.
Secondo Eurostat, l’economia della Romania si è fortemente contratta negli ultimi due trimestri del 2014, scivolando in recessione. Tra l’altro il Paese è stato scosso da una serie di scandali di corruzione, che hanno raggiunto i vertici del Psd e l’inner circle del primo ministro. Ma Ponta ribatte con l’arma ideologica: in quanto membro della Chiesa ortodossa della Romania, sostiene di avere il diritto di essere presidente del “suo” Paese. Spalleggiato dai media ha lanciato una campagna fortemente negativa contro Johannis accusato – pare senza prove – di essere “legato con il commercio di organi umani,” e di essere un cavallo di troia di Angela Merkel. Ponta punta ad una rivalutazione delle relazioni con la Cina, la Russia e la Turchia e di un riorientamento economico del paese verso est. I suo modelli infatti sono Vladimir Putin, Recep Tayyip Erdogan e Viktor Orban.
twitter@FDepalo
Zonaeuro
Romania, presidenziali: ballottaggio Ponta-Johannis. All’insegna degli scandali
Il 16 novembre si confronteranno il premier socialdemocratico e il sindaco di Sibiu Johannis (centrodestra). Oltre 150mila voti da cittadini residenti all'estero, la maggior parte dall'Italia
Sarà ballottaggio alle elezioni presidenziali in Romania tra il premier socialdemocratico Victor Ponta e lo sfidante Klaus Johannis, il sindaco della città di Sibiu (di centrodestra). Il capo di Stato uscente, Traian Basescu, non poteva ricandidarsi. Pontasi si aggiudica il 40,33% dei voti, seguito da Johannis con il 30.44%, quando sono state scrutinate il 98% delle schede. A seguire, a molta distanza, gli altri: Calin Tariceanu il 5,83%, Elena Udrea il 5.17%, Monica Luisa Macovei il 4,65%, Kelemen Hunor il 3,87%, Dan Diaconescu il 3,84%, Corneliu Vadim Tudor il 3 71%, Teodor Meleșcanu l’1,17%, Silagy Zsolt lo 0,63%. L’affluenza è stata del 52,56%.
Significativo il voto all’estero, in totale 153.677 elettori nei 294 seggi, la maggior parte dei quali in Italia (35mila), Spagna (33mila) e Repubblica di Moldova, come ha confermato l’Ufficio elettorale centrale. Anche se non sono mancate le polemiche per le infinite code a Chisinau, nel Regno Unito, in Francia, e in Germania che hanno scontentato gli elettori.
Ma sono volati gli stracci durante la campagna elettorale, che è stata segnata dagli scandali, con numerose accuse di corruzione, tra cui alcune indirizzate ad alleati del primo ministro e un regolamento di conti andato in scena tra Ponta e il suo rivale di lunga data, il presidente Basescu. Quest’ultimo, popolare di centro-destra, accusa Ponta di essere una ex spia.
Ma chi sono i due candidati alla sfida finale del 16 novembre? Ponta è primo ministro dal maggio 2012 e membro del Partito Socialdemocratico, già ministro delegato per i Rapporti con il parlamento nel 2008. E’ stato al centro di accuse di plagio in occasione della sua tesi di dottorato. Quando era procuratore generale della Corte di Giustizia rumena fu protagonista del caso Panait, dal nome del pm Cristian Panait morto nel 2002 caduto dalla finestra del terzo piano della sua abitazione. Sua zia presentò una denuncia sostenendo che fossero stati i suoi superiori (quindi Ponta) a spingerlo al folle gesto. Panait pare che sospettasse il premier di avere legami con figure della malavita. Ponta ha sempre respinto i sospetti ma prima delle elezioni del 2012 un attivista dell’opposizione, Adrian Videanu, accusò Ponta per minacce che avrebbero spinto Panait al suicidio. E’ di pochi giorni fa un suo video messaggio all’Italia, definito “fratello maggiore” in cui faceva l’in bocca al lupo al Jobs act di Renzi.
Il suo sfidante, conservatore e filorigorista, appartiene alla minoranza tedesca del Paese. Laureato in fisica, è da due mandati sindaco della cittadina di Sibiu, nel 2007 capitale europea della cultura con significativi fondi europei arrivati per l’occasione. Spicca per essere molto ricco nonostante sia stato un insegnante e non un businessman. In passato alcune mediatrici lo avevano accusato di essere implicato nelle adozioni illegali di bambini rumeni da parte di stranieri, una vicenda di cui non si conoscono le conseguenze legali. Dal 2009 è indagato per abuso di ufficio e incompatibilità, dal momento che oltre ad essere sindaco è stato anche ceo della Sibiu Parchi Industriali-Sura Mica, oltre che rappresentante della assemblea degli azionisti della Apa Canal Sibiu e Mercati Sc. Ma Johannis ha vinto queste cause in primo grado e attende l’appello.
Secondo Eurostat, l’economia della Romania si è fortemente contratta negli ultimi due trimestri del 2014, scivolando in recessione. Tra l’altro il Paese è stato scosso da una serie di scandali di corruzione, che hanno raggiunto i vertici del Psd e l’inner circle del primo ministro. Ma Ponta ribatte con l’arma ideologica: in quanto membro della Chiesa ortodossa della Romania, sostiene di avere il diritto di essere presidente del “suo” Paese. Spalleggiato dai media ha lanciato una campagna fortemente negativa contro Johannis accusato – pare senza prove – di essere “legato con il commercio di organi umani,” e di essere un cavallo di troia di Angela Merkel. Ponta punta ad una rivalutazione delle relazioni con la Cina, la Russia e la Turchia e di un riorientamento economico del paese verso est. I suo modelli infatti sono Vladimir Putin, Recep Tayyip Erdogan e Viktor Orban.
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Mondo
Ucraina, telefonata Rubio-Lavrov. Zelensky: “testato” e “utilizzato” il Long Neptune, missile con gittata di 1000 km. Può colpire Mosca
Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
Ecco perché il Piano di ripresa ancora non è decollato: il catalogo dei ritardi. Mancano 15 mesi al traguardo ma solo un quarto dei progetti avviati è completato
Cronaca
Papa Francesco: “Sto affrontando un periodo di prova”. Bambini in preghiera sul piazzale del Gemelli
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".