La foto postata da Becky Hopper, taglia 40, ha suscitato molte polemiche: la giovane si è immortalata accanto al manichino scrivendo "La ragazza a sinistra è una taglia 40/42 #Topshop #poveraimmaginedelcorpo #irresponsabile #fashion"
Una foto postata su twitter ha scatenato una vera e propria bufera: una ragazza taglia 40 all’interno di un negozio della catena Topshop ha denunciato come i manichini fossero eccessivamente magri. Il tweet in questione postato da Becky Hopper afferma:
Secondo l’azienda quindi la taglia della ragazza rappresentata nella foto e del manichino sono uguali, solo che quest’ultimo è stilizzato. La polemica in rete è più viva che mai e mette sotto accusa la moda e i suoi messaggi fuorvianti. Qualche tempo addietro la catena Debenhams aveva immesso nel mercato manichini taglia 46 per la felicità delle donne curvy. Una vera e propria rivoluzione: per la prima volta donne con fisicità non canoniche nel mondo della moda si sentivano rappresentate. Uno studio condotto dalla Cambridge University nel 2012 ha persino sostenuto che ci sono prove che i manichini con taglie più morbide spingono le donne ad avere un potere d’acquisto più alto perché le fanno sentire appagate e infondono maggior sicurezza. Anche in quel caso,però, le polemiche non sono mancate.
In Venezuela stanno spopolando da qualche anno i fantocci che rappresentano la donna siliconata. Come sottolineava un articolo del New York Times tra le donne del Paese latino americano vi è una vera e propria ossessione per la chirurgia estetica. Ecco quindi che in negozi si attrezzano e cercano di rappresentare al meglio le proprie clienti: busti assottigliati, vitini da vespa, seni esorbitanti, natiche scolpite, queste le caratteristiche dei manichini presenti. Anche l’ormai defunto Presidente Hugo Chavez aveva cercato di arginare la diffusione degli interventi di chirurgia plastica e aveva dichiarato pubblicamente che era mostruoso il fatto che le donne spendessero denaro per gli interventi di aumento del seno pur non avendo da mangiare.