Oggi in Italia ogni dodici secondi una donna è vittima di violenza psicologica, fisica o sessuale. Ogni due giorni e mezzo, una donna viene uccisa dal proprio compagno o dall’ex. E i numeri di questa strage sembrano essere in aumento.
Un incontro a Milano promosso da Telefono Donna per presentare questa app innovativa dove era presente anche il giornalista- fotografo e cineoperatore Davide Scalenghe, autore di molti reportage sulle povertà, il quale ha annunciato l’uscita di un sua recente inchiesta sulla violenza domestica e lo stalking che sarà trasmesso da Real Time il 25 novembre alle ore 23.05. Racconti di donne che hanno deciso di reagire e denunciare le violenze subite. Un viaggio attraverso l’Italia, da Milano a Palermo, incontrando alcune vittime che hanno deciso di raccontare le loro storie. Il ciclo della violenza viene dipinto come un domino, ogni tessera è l’elemento di una spirale che trascina la donna in un baratro. Lo speciale, scritto e diretto da Davide Scalenghe, si concentra sulla violenza domestica, quella più subdola, opprimente e difficile da gestire e che rappresenta quasi il 70% dei casi.
“La violenza psicologica è innanzitutto peggiore di quella fisica – afferma Katia – perché quella fisica prima o poi passa, quella psicologica rimarrà per sempre dentro”. La protagonista della prima storia racchiude in questa frase il suo rapporto malato con il compagno nordafricano. Oggi sta combattendo contro un tumore che ritiene le sia venuto per via di ciò che ha sofferto nel corso degli ultimi anni. Il viaggio prosegue con Maria che desidera ritrovare la sua dignità di donna. Quando era adolescente il suo compagno la schiaffeggiava: “Sono persone che sembrano angeli – dichiara – ma che se contraddetti per una qualsiasi banalità cambiano i loro occhi. Mi obbligava a scrivere giornalmente tutto quello che facevo su un quaderno”.
Un’altra testimonianza è quella di Luna, che affronta nell’intervista le difficoltà con il padre dei suoi due figli: “Mi guardava con un odio che ti entra dentro…e io ho rischiato di ammazzarlo”. La carrellata di testimonianze si conclude con un messaggio positivo, quello lanciato da Asna, una donna musulmana che ha trovato il coraggio di denunciare il suo uomo.
“Storie di violenza domestica” mostra donne che sono uscite dall’incubo e hanno incominciato a considerare in una nuova luce i rapporti con se stesse, con gli uomini, con le altre donne.