Un test lanciato dalla Bbc attesta che le donne spendono in media 11 ore a settimana impegnate in pulizie e mestieri di casa, contro le 6 degli uomini. Ma l'equilibrio nei carichi di lavoro non è realtà neanche in Norvegia, che nell'immaginario è da sempre un modello
“Le battaglie delle faccende domestiche”. Si chiama così il test lanciato dalla Bbc, sul suo sito internet, per misurare quanto tempo viene dedicato in famiglia a pulire la casa, cucinare, fare la spesa, pagare le bollette, occuparsi dei lavori di manutenzione, prendersi cura dei figli. Si tratta di un questionario interattivo, con sottofondo audio che ricorda un videogioco, che richiede pochi minuti per essere compilato e che mostra, in numeri e percentuali, la suddivisione del carico domestico all’interno delle coppie formate da una donna e da un uomo. Dalle risposte al quiz emerge che le inglesi dedicano in media, alla settimana, 11 ore e mezza ai lavori casalinghi contro le 6 di mariti o compagni. Le donne, in particolare, puliscono il bagno, cambiano le lenzuola e cucinano mentre gli uomini portano fuori la spazzatura e fanno i piccoli lavori di casa.
I risultati finali del test vengono comparati con i dati nazionali da Jonathan Gershuny, docente del dipartimento di Sociologia dell’Università di Oxford. In un’intervista all’emittente britannica, il professor Gershuny ha detto che, rispetto al passato, sicuramente sono stati fatti passi in avanti verso una maggiore equità dato che alcune attività, come cucinare e fare certi tipi di pulizie, vengono svolte da entrambi i sessi. Altre però restano ancora prettamente femminili come, ad esempio, occuparsi del bucato e stirare.
Puntare l’attenzione su come si gestiscono pulizie e figli è tutt’altro che banale, spiega la presentatrice e giornalista della Bbc Jane Garvey, tra le coordinatrici del programma quotidiano “Woman’s Hour”. La ricerca, sottolinea, è stata lanciata per vedere com’è cambiata la situazione da quando le donne lavorano fuori casa e per capire i motivi che le portano a lamentarsi di essere sempre esauste e di vivere con uomini pigri. Un’altra domanda alla base del progetto è: il modello della casalinga, criticato da Betty Friedan nel libro degli anni Sessanta “La mistica della femminilità”, ha davvero lasciato il posto a una generazione di donne che si trovano a dovere fare troppo? Una questione che è stata affrontata di recente sull’Atlantic anche da Anita Krohn Traaseth, Ceo di Norvegia innovazione, il progetto del Governo norvegese per lo sviluppo e l’innovazione. Krohn Traaseth ha rivelato che il tanto desiderato equilibrio nei carichi di lavoro non è stato ottenuto nemmeno dalle norvegesi, da sempre modello di parità di genere, al vertice della classifica del Global gender gap stilato dal World Economic Forum.
C’è poi un altro aspetto da considerare. Come sottolinea Gershuny, infatti, il tempo che le donne devono dedicare alle incombenze domestiche è sottratto non soltanto al relax ma anche al lavoro retribuito. La conseguenza è che le donne sul lavoro hanno meno opportunità di emergere e quindi di avere aumenti di stipendio.
Di fatto le loro possibilità di fare carriera sono ridotte drasticamente rispetto a quelle degli uomini. Il quiz della Bbc, infine, sfata un mito ancora persistente: sono poche le persone che amano dedicarsi alla “casalinghitudine”. Le attività più detestate in assoluto sono stirare e pulire il bagno.