Si chiamano “I lettori di San Secondo”. Sono i bambini della scuola primaria del piccolo borgo in provincia di Parma che nei giorni scorsi hanno scelto di leggere libri ai passanti. Hanno riempito un carretto di storie, le loro preferite, e poi sono usciti dalle aule. Sono andati per le strade del paese, accompagnati dalle maestre, tirando tutti insieme il carretto. Un corteo di amanti della lettura, un’onda travolgente di bambini che con tamburelli e altri strumenti hanno rallegrato piazze e vie di San Secondo.

La simpatica brigata della scuola primaria di San Secondo si è fermata in ogni angolo e ad ogni passante ha proposto di scegliere un libro e farselo leggere da un bambino. L’idea è nata nel contesto di “Libriamoci”, la tre giorni proposta dal Ministero della Pubblica Istruzione per promuovere la lettura. A San Secondo hanno pensato di non fermarsi a leggere in classe. Non hanno voluto “ospiti” illustri ma hanno scelto di essere loro stessi protagonisti. Hanno “contagiato” il paese, portato la cultura alla gente, sono andanti incontro a chi legge ma anche a chi non è avvezzo ad un libro.

Una rivoluzione che fa riflettere. Malala Yousafzai, la giovane pakistana vincitrice del premio Nobel per la Pace 2014, in un celebre discorso disse: “Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono salvare il mondo”. Forse dovremmo partire proprio da qui e chiederci: quante sono gli istituti che hanno una biblioteca scolastica? Non sto parlando di un banco per classe con qualche vecchio libro e i soliti titoli portati dalla volenterosa maestra. Sto pensando ad un ambiente dove ogni alunno possa avere 3-5 libri, dove vi sia un maestro – bibliotecario che possa consigliarti quale libro da leggere; dove trovare i giornali per ragazzi; una biblioteca con delle ceste o delle cassette di legno colorate piene di libri.

In Italia nessuno le sostiene. Ma è così solo nel nostro Paese (Bolzano e Provincia escluse). Basta andare in Finlandia o in Svezia per capire quanto la biblioteca scolastica sia considerata un centro nevralgico della scuola. Certo serve la lungimiranza di qualche dirigente, servono amministratori illuminati e maestri che amano leggere. Ma non fermiamoci, non rassegniamoci davanti a chi ci impedisce di sognare. Pensate che grazie al progetto le “Biblioteche di Antonio” la casa editrice Sinnos fondata da Antonio Spinelli dona ogni anno centinaia di libri a chi, in un territorio disagiato, dimostra di voler realizzare una biblioteca scolastica. Perché non bastano tre giorni (comunque utili e preziosi) per promuovere la lettura ma abbiamo bisogno di insegnanti e genitori che leggano in classe ogni giorno i libri ai nostri ragazzi, perché un viaggio e un libro possono cambiare la vita.

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