Dopo le cariche agli operai delle acciaierie di Terni il prefetto Pansa accelera, nuove norme sottoposte ai sindacati di categoria. Mercoledì la mozione di sfiducia al ministro Alfano
Le manganellate agli operai delle acciaierie di Terni come il punto più basso. Un punto di ripartenza nella gestione dei cortei, in particolare quelli di chi rivendica diritti e non ha alcuna intenzione di mettere a ferro e a fuoco una città. Così, dopo che la versione della questura e del ministro dell’Interno Angelino Alfano sui fatti di piazza Indipendenza a Roma scricchiola ogni giorno di più, il capo della polizia Alessandro Pansa vuole accelerare sulle nuove “regole di ingaggio”, come raccontano il Corriere della Sera e il Messaggero. L’obiettivo è evitare il contatto tra cortei e forze dell’ordine, evitare lo scontro fisico. Quindi lo scopo sarà garantire una cosiddetta “area di rispetto”, una distanza tra i reparti mobili che quasi sempre gestiscono l’ordine pubblico durante le manifestazioni e i partecipanti ai cortei. In più ai lati di chi sfila non dovranno esserci agenti in divisa. Dall’altra parte un punto fermo dovrà essere seguito un percorso autorizzato (questione sollevata dalla questura di Roma nel caso delle cariche ai lavoratori della Ast). Ma sarà sempre più raccomandato l’uso di dispositivi e equipaggiamenti “alternativi” al manganello. Lo stesso Corriere cita come “buon esempio” gli idranti usati a Napoli per fermare l’assalto al palazzo del vertice della Banca centrale europea. Tutto questo deve essere preceduto da un’analisi del tipo di manifestazione che deve essere gestita: come anche si è detto per la vicenda degli operai dell’Ast, è diverso se davanti c’è un gruppo di black-bloc incappucciati o se in testa a un corteo ci sono i segretari nazionali di tutti i sindacati seguiti da facce scoperte e qualche striscione. Ad ogni modo il nuovo regolamento verrà sottoposto dal capo della polizia ai sindacati che giovedì 6 novembre saranno già al Viminale per discuterne.
Nel frattempo ieri Alfano ha rilanciato la sua idea di un tavolo con i sindacati per le manifestazioni dei lavoratori. Resta però alta la pressione sul ministro dell’Interno per via dei fatti del 29 ottobre con gli operai dell’Ast. Sel, Movimento Cinque Stelle e Lega Nord confermano la mozione di sfiducia, a maggior ragione dopo il video di Gazebo che come minimo aggiunge alcuni tasselli alla ricostruzione dei fatti. Lo stesso presidente del Partito democratico Matteo Orfini ha tirato in ballo il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro: “Capisco che è impegnato ad annullare matrimoni,ma il prefetto di roma potrebbe trovare un minuto per spiegare le nuove immagini sulla carica”. Il Pd è di gran lunga il principale partito di governo e il segretario del partito di cui è presidente Orfini è il capo dell’esecutivo.
Intanto oggi gli operai dell’Ast sono partiti con tre pullman organizzati dai sindacati per Bruxelles: venti ore di viaggio per un sit-in davanti alla sede degli organismi europei. La delegazione dei lavoratori incontrerà alcuni parlamentari italiani. Con la speranza di essere ricevuti da qualche rappresentante dell’Unione, della Commissione industria o dell’antitrust.