“Stefano Cucchi? Quando è stato detenuto all’ospedale Pertini di Roma, ed io ero responsabile di quel settore, ha sempre sostenuto agli agenti di servizio di non volere avere niente a che fare con la famiglia. Quindi, aveva preso le distanze parecchio. Cucchi è stato abbandonato dalla famiglia. Come mai oggi la signora Cucchi si interessa tanto del fratello?”. Sono le parole shock di Donato Capece, il segretario del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria), che ieri ha depositato a Roma una querela nei confronti di Ilaria Cucchi. Ospite de “La Zanzara”, su Radio 24, il sindacalista accusa: “Denunciamo la signora Cucchi per istigazione all’odio. Se lei e la sua famiglia avessero seguito da più vicino Stefano e avessero fatto più prevenzione , probabilmente l’avrebbe salvato da quella cattiva strada che aveva intrapreso, cioè quella dello spaccio della droga. Potevano recuperarlo, e invece Stefano Cucchi è stato abbandonato al suo destino”. E aggiunge: “Nulla mi toglie dalla mente che le fratture e le lesioni fossero pregresse al momento dell’arresto. Quelle fratture rinvenute dall’esperto erano vecchie. Probabilmente è stato picchiato, ma prima”. Capece spiega poi le ragioni della denuncia: “Le parole di Ilaria Cucchi sono offensive e ledono l’immagine di questo corpo di polizia che con abnegazione e sacrificio svolge il proprio lavoro nelle carceri di questo paese, salvando la vita a decine e decine di detenuti che tutti i giorni tentano il suicidio”. Sull’appello lanciato da Adriano Celentano e Jovanotti a supporto della famiglia Cucchi, Capece accusa: “Celentano faccia il cantante, guarda caso i suoi interventi riguardano l’ex vip Fabrizio Corona e Stefano Cucchi. Perché non spreca parole per i 54mila detenuti, molti dei quali poveri cristi che stanno in carcere forse a scontare ingiustamente la pena?”. Il sindacalista ha un vivace botta e risposta con uno dei conduttori, David Parenzo, che lo appella “inCapece”. Ma ribadisce: “Invito Ilaria Cucchi a rispettare le sentenze dei magistrati perché per ben due giudizi la polizia penitenziaria è stata sempre e completamente assolta. In realtà, la famiglia Cucchi cercava a tutti i costi un capro espiatorio. Se la Cucchi avesse fatto il pm e l’avvocato Anselmo il giudice, forse tutti i medici e la polizia penitenziaria sarebbero stati condannati”. Sulle parole del capo della Procura di Roma, Giuseppe Pignatone, afferma: “Noi non temiamo niente, il magistrato riapra pure le indagini, la Polizia penitenziaria è sicuramente al di sopra di ogni sospetto, non ha fatto assolutamente niente” di Gisella Ruccia
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