Protesta di una quarantina di dipendenti dell'Atm contro la disdetta del contratto integrativo dal febbraio 2015. Il Comune spiega: "La società rischia di fallire, sarebbe un disastro per il servizio, la città e i lavoratori"
I lavoratori dell’Azienda trasporti municipale di Genova hanno occupato in segno di protesta il primo piano della sede a Genova, dove ci sono gli uffici della presidenza, della direzione e dei dirigenti. Sono decisi a mantenere l’occupazione fino a quando l’azienda non ritirerà la disdetta del contratto integrativo a partire da febbraio 2015. L’Amt intende così recuperare i fondi necessari per evitare il fallimento. Sono una quarantina le persone che, in modo pacifico, hanno occupato la sede dell’azienda: lavoratori e rappresentanti sindacali che nella serata di lunedì 3 novembre hanno partecipato a una accesa assemblea durante la quale è stato deciso di respingere la proposta dell’azienda.
Il Comune di Genova ha spiegato in una nota che “ci sono tre mesi di tempo per rinegoziare l’integrativo in modo da riequilibrare i conti aziendali. La disdetta formale non significa azzerare l’integrativo ma avviare una trattativa tra azienda e sindacati per salvare Amt”. Una delegazione di lavoratori dovrebbe partecipare nel pomeriggio al consiglio comunale. “Nel 2015 Amt rischia il fallimento. Sarebbe un disastro per il servizio di trasporto, per la città e per i lavoratori. Perché non accada bisogna garantire l’ equilibrio dei conti dell’azienda, che è e resta pubblica”. “Il Comune ha sostenuto e sostiene Amt con ingenti stanziamenti, maggiori di quelli che altri comuni versano alle loro aziende – spiega Palazzo Tursi – Nel 2014 oltre 34 milioni, per il 2015 ne prevede altri 30. Non è pensabile che nelle ristrettezze di bilancio possa ancora aumentare il finanziamento né che, per farlo, riduca servizi essenziali per i cittadini o aumenti ulteriormente le tasse”.
Lo scorso anno, a novembre, i lavoratori dell’Amt fecero 5 giorni di sciopero, paralizzando la città, contro le proposte dell’azienda per evitare il fallimento. La protesta finì con la firma di un accordo, garante la Regione. “Il Comune ha rispettato alla lettera gli impegni assunti – si legge nella nota del Comune – L’accordo prevedeva, nel marzo 2014, l’avvio delle procedure per una gara regionale di affidamento del servizio di trasporto pubblico locale; i tempi di attuazione della legge regionale lo hanno fatto slittare di almeno un anno. Nel frattempo però Amt deve vivere e anzi consolidarsi per partecipare alla gara. Nessun lavoratore deve essere licenziato, né dipendente da Amt né dalle ditte di appalto”.