Musica

Ofeliadorme, la band bolognese pubblica “The Tale”, favola di Amore e Psiche

Il trio formato da Francesca Bono, Tato Izzia e Michele Postpischl, unisce la mitologia greca ad un'elettronica algida ed elagante. "Mi interessava il tema della bellezza, dell'invidia, della lussuria, della fiducia tradita, del rimorso", ha detto la cantante

di Giuseppe Pagano

Unite la mitologia greca ad un’elettronica algida ed elegante, ed otterrete il nuovo lavoro degli Ofeliadorme. Dopo due album all’attivo, e un terzo in arrivo, il trio formato da Francesca Bono, Tato Izzia e Michele Postpischl, il 4 novembre darà alle stampe l’EP “The Tale” per l’etichetta Locomotiv Records.

La band bolognese è una vecchia conoscenza dell’indie nostrano. Attivi già dal 2007, gli Ofeliadorme debuttano nel 2009 con l’EP “Sometimes it’s better to wait”, che mette già in luce un songwriting raffinato che colpisce la critica e gli permette di realizzare molti live all’estero. Il plauso di critica e pubblico è cresciuto con i successivi lavori sulla lunga distanza: All Harm Ends Here (2011) e Bloodroot (2013). Nel frattempo i loro pezzi arrivano anche alle orecchie di Rob Ellis e Howie B, e proprio quest’ultimo realizza un remix del loro brano “Paranoid Park”. Nel recente passaggio da quartetto a trio, la band ha vissuto un riassetto che li ha portati a mettere da parte le chitarre e a ripensare gli ultimi live attraverso l’introduzione di strumentazione elettronica. Le cover di “Lioness” (Jason Molina) e “In the wake of adversity” (Dead Can Dance) avevano già fatto intuire questo allontanamento dal rock degli esordi.

In “The Tale” assistiamo alla prima tappa organica di questo percorso. Il suono si arricchisce in modo massiccio di sinth, sequencer e drum machine, mentre la voce di Francesca Bono si fa ancora più vellutata e ineffabile. Il disco, aiutato anche dalla formula EP, dà ulteriore compattezza a questo nuovo corso stilistico. Quattro tracce per dire tutto e subito su chi sono i nuovi Ofeliadorme. Il pretesto “letterario” per la realizzazione di “The Tale” è stata la favola di Amore e Psiche. La cantante Francesca Bono spiega “mi son ritrovata a indagare sul mito. Ho riletto la Favola di Amore e Psiche e mi son resa conto che molto di quello che avevo scritto, appunti, idee, avevano a che fare con temi affrontati da Apuleio in quest’opera. Mi interessava il tema della bellezza, dell’invidia, della lussuria, della fiducia tradita, del rimorso”. L’inchiostro di questa riscrittura elettronica di Amore e Psiche è costituito da una drum machine TR-808, i bassi di un Moog Minitaur e diversi sinth.

Il singolo di lancio dell’EP è “Pleasure”. Il video è stato stato girato da Antonietta Dicorato e Pasquale Sorrentino, in arte Lacandida, visibile su Youtube già dal 1 novembre. “Pleasure” è la traduzione inglese di Voluptas, figlia di Amore e Psiche, e offre una riflessione dolorosa sulla bellezza. La voce crepuscolare, per certi versi assimilabile ad alcune recenti produzioni a cavallo fra trip-hop e gothy R&B (FKA Twigs, Chelsea Wolf, Banks), si unisce alle trame oscure offerte dai sinth e alle cadenze rituali della drum machine. L’attuale poetica elettronica del trio risulta debitrice di esperienze come Tropic of Cancer, HTRK e la sfera dub più bianca.

Pur nella coerenza stilistica, non mancano sfumature diverse. “Blindfold”, traccia di chiusura, vede interventi più isolati della voce a favore di un beat più risoluto e diretto. Di contro c’è la corrente fredda ad alto valore emozionale di “Soft Spot”, che nella voce della Bono trova uno slancio soul.  “The Tale” si compone di quattro episodi, come quattro sono le fatiche che dovrà superare Psiche in solitaria per unirsi ad Amore.

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