E' bufera dopo che la Suprema Corte di Lisbona ha diminuito il risarcimento a una signora che, dopo un errore medico, non ha potuto più avere figli, né vita sessuale attiva. "L'importanza della sessualità diminuisce con l'avanzare dell'età"
Un errore medico le impedisce di avere figli e una vita sessuale, lei denuncia i medici ma la sentenza di Tribunale Supremo amministrativo di Lisbona le dà torto. La motivazione ha del clamoroso: ” La donna, alla data dell’operazione, aveva già 50 anni e due figli, vale a dire un’età in cui la sessualità non ha più l’importanza che avrebbe in età più giovane“. Sulle basi di questa curiosa convinzione, la signora si è anche vista ridurre il risarcimento da 175.000 a 60.000 euro per un danno procuratole nel 1993 dai medici dell’Ospedale Centrale di Lisbona che, nell’ambito di un’operazione, le recisero un nervo fondamentale per l’attività sessuale.
La sentenza, ovviamente, ha scatenato l’ira delle femministe e dell’Associazione Donne Giuriste del Portogallo, che ne chiede la revisione in quanto incostituzionale. “La decisione – protesta l’Associazione – va contro i diritti fondamentali sessuali e riproduttivi delle donne e i diritti fondamentali personali, protetti e tutelati dalla Costituzione e il Diritto Internazionale dei Diritti Umani”. I giudici del Tribunale della capitale portoghese, tutti di età compresa fra i 56 e i 64 anni, hanno però stabilito che l’importanza del sesso “va diminuendo secondo l’avanzare dell’età” e che quindi 60.000 euro di risarcimento sono sufficienti. La Suprema Corte, recentemente, aveva concesso un risarcimento di 100.000 euro a un uomo che aveva avuto problemi di erezione dopo l’asportazione della prostata, giudicata un’operazione inutile.