Per sbloccare lo stallo del Parlamento sull'elezione dei due giudici per la Corte costituzionale manca la candidatura dei berlusconiani. Che sono sempre più spaccati all'interno
Il Pd ha scelto, i 5 stelle non storcono il naso e potrebbero fare il grande passo di essere della partita (previa autorizzazione degli iscritti in rete), ma chi manca ancora è Forza Italia. Dopo due mesi di stallo del Parlamento per l’elezione dei giudici della Corte costituzionale, i partiti potrebbero essere a una svolta. Se non fosse per i berlusconiani: divisi, spaccati e logorati ancora non trovano un accordo. L’ultima scena della saga vede protagonisti Mara Carfagna e Renato Brunetta. I bollettini dalla galassia berlusconiana registrano uno scontro al vetriolo tra la zarina e il capogruppo di Forza Italia a Montecitorio. Al centro dell’accesa discussione il nome in quota forzista da portare avanti per l’elezione dei giudici della Consulta. Una situazione, quella dell’elezione dei giudici della Corte, ormai ingessata da settimane e che giovedì 6 novembre, giorno della ventusima votazione, potrebbe portare ancora una volta all’ennesima fumata nera. E addirittura c’è chi confessa che potrebbe non bastare il pranzo di oggi fra Renzi e Berlusconi.
Perché all’interno del gruppo di Forza Italia si annidano malumori che riportano alla scelta di qualche giorno fa di puntare sulla professoressa Maria Alessandra Sandulli, autorevole docente all’università Roma 3, figlia di un ex presidente del Consulta, ma con l’accusa di essere “sponsorizzata dal duo Letta-Lotti (nel senso di Gianni e Luca)”. Una scelta, spiegano a ilfattoquotidiano.it ambienti forzisti, che sarebbe stata presa direttamente da Letta senior con l’approvazione di Palazzo Chigi, senza minimamente interpellare i capigruppo di Camera e Senato di Fi, che hanno appreso il nome della Sandulli dalle pagine dei giornali. “Non esiste – è stato il refrain – siamo alle comiche finale”. Il che avrebbe fatto imbufalire la gran parte della compagine parlamentare al punto che è intervenuto direttamente l’inquilino di Arcore per calmare gli animi e per far rientrare il caso.
Ma il passo indietro della professoressa romana, con una nota in cui sottolineava che “non ci sono le condizioni per confermare la mia disponibilità”, non ha di certo risollevato gli animi in casa Forza Italia. Anzi. Secondo quanto risulta al fattoquotidiano.it, il dossier “giudici” – come lo chiamano ad Arcore e dintorni – avrebbe innescato un altro acceso dibattito fra Mara Carfagna e Renato Brunetta. Con la prima convinta che il punto di approdo di Forza Italia debba essere Marzia Ferraiolo, docente ordinaria di diritto processuale all’Università Tor Vergata della Capitale, e candidata alle recenti europee fra le fila del partito di Silvio Berlusconi. Mentre il capogruppo di Fi sponsorizzerebbe il professore siciliano Giovanni Guzzetta, il quale fu scelto da Brunetta come capo di gabinetto quando il forzista risiedeva al dicastero della Funzione Pubbliche. Al momento, l’identikit propenderebbe per la prima perché – secondo insider del giro berlusconiano – “il Cavaliere, dopo la nomina di Mara a capo dei dipartimento Libertà civili e diritti umani, sarebbe pronto ad accontentarla un’altra volta per allontanarla da Raffaele Fitto”. Tra l’altro proprio nelle prossime ore, in una saletta di Montecitorio, Raffaele Fitto incontrerà una trentina di parlamentari del suo cerchio magico per discutere di legge di stabilità e riforme. Un modo come un altro, assicurano, “per indirizzare la linea del partito”. E c’è chi giura che tra i punti che saranno dibattuti durante l’incontro ci sarà anche quello della Consulta. Ecco perché a Montecitorio i bookmakers non si sbilanciano, ma il successo sembra propendere più per la Carfagna.