Mille nuovi casi al giorno e quasi tre milioni di persone interessate, poco meno del 5% della popolazione. Sono i numeri del cancro in Italia diffusi dall’Airc, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro che, come ogni anno, organizza in questi giorni una campagna per promuovere la ricerca e reperire fondi. Un’iniziativa, quella dei “Giorni della ricerca”, che in 20 anni ha permesso di raccogliere più di 80 milioni di euro per finanziare il lavoro di oltre 5mila scienziati. Nel weekend i volontari dell’associazione torneranno in 600 piazze italiane. Con una donazione di 10 euro sarà possibile acquistare una scatola di cioccolatini fondenti, ricchi di antiossidanti e flavonoidi, molecole con proprietà antitumorali.

Migliorano i dati della sopravvivenza in Italia, a cinque anni dalla diagnosi di tumore: 63% per le donne e 57% per gli uomini, contro il 53% e 39%, rispettivamente, del 1990. Merito, soprattutto, dei progressi in ricerca e prevenzione. “Grazie alla scelta di oltre un milione e mezzo di italiani di destinarci il proprio 5 per mille, dal 2010 finanziamo 14 programmi speciali – sottolinea Pier Giuseppe Torrani, presidente dell’Airc -. Più di 1200 oncologi molecolari e clinici lavorano in maniera congiunta, portando in tempi rapidi nuove cure ai pazienti”.

Mille nuovi casi al giorno e quasi tre milioni di persone interessate. Sono i numeri del cancro in Italia diffusi dall’Airc

Molti gli studi italiani, più di 1500, che nell’ultimo anno grazie ai fondi raccolti dall’Airc si sono meritati la pubblicazione sulle più importanti riviste scientifiche oncologiche. Sul numero di Cell di luglio è stata, ad esempio, pubblicata una ricerca interdisciplinare e dall’Università Statale di Milano, in collaborazione con la National University of Singapore e con il Danish cancer society research center di Copenaghen. Il team di studiosi ha scoperto il ruolo di una proteina che, agendo come una sorta di diapason, è in grado di avvertire le vibrazioni della cellula e aumentarne mobilità e plasticità, favorendo così la possibile formazione di metastasi. In uno studio pubblicato a marzo su Nature Cell Biology, invece, un gruppo di scienziati dell’Università degli Studi di Trieste ha dimostrato che i farmaci usati per abbassare la concentrazione di colesterolo nel sangue potrebbero aiutare a contrastare anche il cancro, in particolare quello al seno. Un gruppo di ricercatori dell’Istituto italiano di tecnologia e dell’Istituto europeo di oncologia ha, inoltre, dimostrato sul numero di Nature di luglio uno dei meccanismi alla base della proliferazione dei linfomi. Lo studio ha chiarito il ruolo di una proteina, denominata Myc, che agisce in modo selettivo su gruppi specifici di geni, favorendo la crescita tumorale.

Migliorano i dati della sopravvivenza, a 5 anni dalla diagnosi: 63% per le donne e 57% per gli uomini, contro il 53% e 39%, rispettivamente, del 1990

Una delle nuove frontiere della ricerca sul cancro, su cui si stanno adesso concentrando gli sforzi degli scienziati, è rappresentata dall’immunoterapia. Inserita dalla rivista Science al primo posto tra i dieci maggiori progressi scientifici del 2013, si basa sulla capacità di sfruttare le potenzialità, in parte ancora inesplorate, del nostro sistema immunitario contro i tumori, ad esempio attraverso l’attivazione dei linfociti killer in grado di uccidere selettivamente le cellule cancerose. Secondo uno studio pubblicato nelle scorse settimane su Cancer Research e condotto dalla University of Manchester, associare, ad esempio, l’immunoterapia alla radioterapia potrebbe rendere quest’ultima molto più efficace. “L’utilizzo delle difese del corpo per il trattamento dei tumori ha un enorme potenziale – spiega Simon Dovedi, a capo del team inglese -. Diversi studi clinici in fase preliminare dimostrano i benefici per il paziente, ma – conclude lo studioso – siamo ancora nelle prime fasi del percorso verso la comprensione dell’utilizzo di questi trattamenti”.

Lo studio su Cell  Lo studio su Nature Cell Biology

Lo studio su Nature  Lo studio su Cancer Research

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