Modesto incremento del Pil nazionale per il prossimo anno, + 1% per il 2016. Nel Vecchio continente, male occupazione e inflazione: si rischia una ricaduta globale: "Draghi compri titoli di Stato"
Crescita debole per il Pil italiano nel 2015: 0,2% rispetto allo 0,1 delle previsioni di settembre. Per il 2016 la stima è invece dell’1 per cento. Questa indicazione dell’Ocse, ben lontana dallo 0,6% ottimisticamente indicato nella Legge di Stabilità, colloca l’Italia al penultimo posto del G20. Dietro di Roma, solo la Russia. Secondo le ultime stime dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo, “la debolezza di Italia, Germania e Francia ha annullato i miglioramenti della periferia europea”, in uno scenario complessivo preoccupante per il futuro economico del Vecchio continente. Tanto che l’organizzazione parigina esorta la Banca Centrale Europea all’acquisto di bond sovrani, seguendo l’esempio di Usa e Giappone, per impedire che si verifichi una deflazione. Una mossa, però, che è stretta nel braccio di ferro tra Mario Draghi e i falchi tedeschi dell’Eurotower.
Nel suo Outlook economico preliminare per il G20, l’Ocse ha espresso molta preoccupazione per l’andamento della Zona Euro, che “sta rallentando fino a fermarsi e rappresenta un rischio rilevante per la crescita mondiale, con la disoccupazione che resta alta e l’inflazione persistentemente lontana dall’obiettivo”. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, malgrado ammetta che alcuni Paesi membri stiano “cominciando a risalire la china, avverte che l’Eurozona corre il rischio di trovarsi una crescita e un’inflazione pari a zero“.
Il segretario generale dell’Organizzazione parigina, Catherine Mann, avverte che “senza supporto macroeconomico la performance di crescita sarà ben più debole di questa previsione. I politici europei – aggiunge – devono fare un passo avanti sulle loro proposte in materia di riforme”. La crescita complessiva di Eurolandia sarà, secondo le stime, dell’1,1% per il 2015 e dell’1,7 per l’anno seguente. Ben altri numeri rispetto agli Stati Uniti, il cui Pil incrementerà del 3% nei prossimi due anni. Tuttavia, l’Organizzazione parigina non vuole creare allarmismi, precisando che, al momento, il rischio negativo non si materializzerà, in quanto “le misure strutturali approvate saranno implementate e porteranno i loro frutti, lo stimolo monetario continuerà, permettendo a Eurolandia di rivitalizzarsi”.