Carlo Azeglio Ciampi, in veste di ex presidente del consiglio, e l’ex guardasigilli Giovanni Conso saranno chiamati a deporre davanti alla corte d’assise di Caltanissetta per testimoniare nel quarto processo sulla strage di via D’Amelio. Al centro delle audizioni, la revoca del 41 bis, nel 1993, per oltre 300 mafiosi. Ciampi e Conso, per questioni anagrafiche e di salute, potrebbero anche inviare ai giudici un certificato medico e non presentarsi all’udienza, che per l’occasione si terrà nel carcere di Rebibbia, a Roma.
Col consenso delle parti sarebbe possibile acquisire i verbali con le dichiarazioni rese ai pm che li hanno citati.Come nel caso del processo del tribunale di Palermo, anche quello nisseno riguarda la trattativa fra Stato e mafia, alla quale Paolo Borsellino si sarebbe opposto. Il no del giudice potrebbe essere un movente del suo omicidio, il 19 luglio del 1992. La questione della trattativa, presente nelle accuse dei boss Vittorio Tutino e Salvino Madonia e dei tre falsi pentiti Vincenzo Scarantino, Calogero Pulci e Francesco Andriotta, imputati a Caltanissetta, verrà quindi affrontata nel dibattimento.
Conso ha già detto che la decisione di far scadere il 41 bis fu presa in perfetta autonomia e ha escluso che fosse stata usata come contrappeso nella trattativa con i boss di Cosa Nostra per mettere fine alle stragi. La Procura dovrebbe comunque chiedere all’ex ministro e a Ciampi se fossero a conoscenza, all’epoca dei fatti, del clima di fermento attorno al carcere duro e del famoso blackout di Palazzo Chigi nella notte del 27 luglio 1993: immediatamente dopo le bombe a Roma e Milano, per due ore e mezza, nella sede del governo, non funzionarono luce e telefono. L’ex presidente della Repubblica dovrebbe anche rispondere in merito a un’intervista, di alcuni anni fa, in cui rivelò la paura di un imminente colpo di Stato.
Per martedì è invece in programma la deposizione di Luciano Violante. L’ex presidente dell’Antimafia dovrà raccontare ai giudici della richiesta dell’ex sindaco mafioso di Palermo, pervenutagli tramite il colonnello Mario Mori, di essere ascoltato, nel 1992, dalla Commissione Antimafia di cui Violante era presidente.