Certo, il mondo ricco che violentemente osteggia Obama e cerca di screditarlo non è maggioritario. Il grosso, in termini di voti, deve per forza essere il popolo di Obama e della lotta alla diseguaglianza. Per questo un tempo esistevano i colpi di Stato. Bisognava forzare fisicamente i cambiamenti voluti. Ora basta cambiare le percezioni, le persuasioni, i sentimenti, le impressioni, le nozioni, e avere forza tecnica e finanziaria per mostrare scenari diversi. Ovvio che il mondo delle assicurazioni e quello delle armi si sono resi conto subito di non avere un popolo. E se lo sono procurato attraverso la religione.
Hanno aperto partito e media, microfoni e giornali, scuole medie e università a un mondo molto vasto di persuasioni e pregiudizi religiosi, di superstizioni e parti separate ma forti di fondamentalismo evangelico e cattolico, un mondo che si estende dall’omicidio del medico abortista all’imposizione del creazionismo in tutte le scuole, un popolo, soprattutto di poveri, che è pronto a votare contro Obama perché sostiene il diritto delle donne a decidere. Questo tipo di religiosità, rigida, fanatica ed estranea alla cultura, si è vista irrorare di danaro, di luoghi di comunicazione e di inserimento in prestigiose nomine politiche, specialmente locali, dove si possono cambiare curricula scolastici e sentenze. Poiché molte di queste chiese sono nere, ecco il miracolo della ricchezza: portare parte di un popolo di neri poveri a votare, a causa della propria fede religiosa, contro il primo presidente nero. È ciò che è avvenuto. Quei neri non si sono resi conto di avere lavorato accanto e per conto di un sommerso e quasi invisibile zoccolo duro del razzismo bianco.Mondo - 6 Novembre 2014
Elezioni Midterm Usa: Obama, il leader non macho
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