La nuova colorazione della notifica indica la conferma di lettura. Il servizio si aggiorna automaticamente e non può essere disattivato. Proteste degli utenti online
“Non avevo letto il tuo messaggio”. Una scusa che gli utenti di WhatsApp dal 6 novembre non potranno più usare. Grandi novità, infatti, nel sistema di messaggistica istantanea più usato al mondo, dove è stata introdotta una notifica che indica che il destinatario ha letto il messaggio inviato. Questo il “regalo” che WhatsApp ha deciso di fare agli utenti per il suo quinto compleanno. Con la nuova funzione, infatti, le due spunte grigie che attualmente compaiono al fianco di ogni messaggio a indicare che è arrivato sul dispositivo del destinatario (una sola indica che è stato spedito al server), si coloreranno di blu per indicare che il messaggio è stato anche aperto e letto.
La doppia “spunta blu” è comparsa per la prima volta su piattaforma iOS di Apple a novembre del 2009. Nei mesi successivi è stata resa disponibile per BlackBerry e dispositivi Android. Un’innovazione che però solo ora sta arrivando a cascata su tutti gli utenti, anche in Italia. E senza che vi sia una possibilità di scelta, visto che l’innovazione sarà automaticamente attiva non appena WhatsApp si aggiornerà sul proprio telefono. Ma c’è di più: passando il dito sulla riga di testo spedita, si potrà trovare accanto alle classiche funzioni “copia” ed “elimina” anche la nuova opzione “info“. Cliccandoci su si potrà conoscere l’ora e il minuto in cui il destinatario ha visualizzato il messaggio.
Una novità che non è piaciuta a tutti. Sul web in particolare non mancano le proteste e l’accusa di avere “ucciso” la privacy. E c’è chi ha già pensato a come risolvere il problema, come leggere il messaggio sulla home dello smartphone, senza farsi tradire dalla nuova doppia spunta blu. Quello che sembra essere il vero nodo, però, è l’impossibilità, almeno per il momento, di disattivare la funzionalità così come si può fare, ad esempio, per l’opzione “ultimo accesso” che comunica all’interlocutore quando ci si è collegati l’ultima volta alla chat. Non resta che attendere le decisioni di Facebook, proprietaria del sistema di messaggistica, che non tarderanno ad arrivare sull’onda delle proteste.