L'europarlamentare di Forza Italia accusò durante una puntata di Servizio Pubblico l'allora candidato di Rivoluzione Civile di "avere un background mafioso e di aver fatto fallire la Coopcostruttori"
Lara Comi dovrà risarcire per trentamila euro l’ex sindaco di Ferrara Roberto Soffritti, ed ex candidato con Rivoluzione Civile per le elezioni 2013 . Il giudice civile del tribunale di Ferrara ha condannato l’europarlamentare per le frasi dette durante una puntata di Servizio Pubblico, andata in onda il 24 gennaio 2013, in piena campagna elettorale per le politiche. Comi aveva accusato l’avversario, non presente in studio, di essere indagato e di aver fatto da sindaco affari con la criminalità organizzata. L’europarlamentare lo aveva definito “persona poco limpida”, “con un background di tipo mafioso”, “che ha fatto fallire la Coopcostruttori”, “imputato per questi fatti” e “condannato” in processi non meglio precisati. Soffritti in realtà non era nemmeno indagato. Da qui alle cause civili e penali il passo è stato breve per procedere per diffamazione aggravata in sede penale e per il risarcimento danni (750mila euro) in sede civile. E mentre nei giorni scorsi si è tenuta la prima udienza per diffamazione aggravata, oggi è arrivata la sentenza civile, che ha condannato l’esponente di Forza Italia a risarcire all’ex sindaco 30mila euro.
A nulla è valso il tentativo della Comi di proteggersi facendo ricorso all’immunità parlamentare. Bruxelles acconsentì, ma fu il giudice Alessandro Rizzieri ad esprimere parere contrario in merito. “Non si coglie il nesso tra le dichiarazioni e la funzione dell’eurodeputato”, si legge nella sentenza, dal momento che l’onorevole “ha esposto fatti non veri al solo scopo di denigrare un candidato appartenente ad un partito avversario. Comi non ha espresso opinioni, cioè non ha compiuto valutazioni soggettive, ma ha riferito fatti (indagini giudiziarie, condanne penali, legami con la mafia, induzione al fallimento), obiettivamente falsi”.
In riferimento alla consistenza dei danni morali, il quantum stabilito dal giudice è ben al di sotto delle pretese di Soffritti, che pretendeva 750mila euro (quantificati sulla base degli stipendi da parlamentare non percepiti a causa della mancata elezione). Per il tribunale “non vi sono elementi che permettano anche solo d’ipotizzare che, se non fosse stato offeso dalla Comi, Soffritti sarebbe stato eletto in parlamento”. Anzi, “a ben considerare, la goffaggine dell’intervento della Comi, efficacemente smentita dal conduttore Santoro e dallo stesso Ingroia, ha probabilmente portato a Soffritti maggiori simpatie ed attenzioni di quante ne avrebbe altrimenti ricevuto”.
“Una sentenza ineccepibile – è il commento del legale dell’ex sindaco, l’avvocato Alberto Bova -. Oltre ad aver riconosciuto la gravità del comportamento tenuto dall’onorevole Comi, il giudice ha giustamente negato ogni margine di operatività dell’immunità parlamentare evocata. L’immunità non può essere scambiata per uno scudo da sfruttare nello scontro politico. E il parlamentare non è per ciò solo libero di denigrare in pubblico chicchessia senza temere conseguenza”.