Bersani-Lunezia

Sono passati 16 anni da quando Fernanda Pivano consegnò il primo Premio Lunezia (riconoscimento al valore musical-letterario delle canzoni italiane) nella carriera di Samuele Bersani. Era il 1998 e sul palco della manifestazione – che a quel tempo si svolgeva ad Aulla, in Lunigiana – il cantautore lo ritirò per il brano “Giudizi universali”, poi entrato di diritto nel novero delle canzoni italiane più belle di sempre.

Ora, nel 2014, Bersani si aggiudica il suo secondo Premio Lunezia, quello nella sezione Premi di genere col suo ultimo disco Nuvola Numero Nove: il Premio Lunezia Canzone d’Autore, forse il più raffinato tra i riconoscimenti del Festival della Luna.

La sezione Premi di genere è destinata a quelle opere che valorizzano al meglio tutti i linguaggi in cui è possibile declinare l’arte della canzone, tutti i generi che ne caratterizzano lo spettro espressivo. Samuele Bersani è ormai unanimemente considerato uno dei migliori cantautori italiani e Nuvola numero nove rappresenta egregiamente il genere della canzone d’autore, quel modo di comporre brani che non sfrutta forme standard o iconiche, ma in cui è riconoscibile una tendenza propria, un linguaggio esclusivo, una poetica sia nello stile, sia nei contenuti: temi ricorrenti e costanti stilistiche.

Già nel singolo di lancio En e Xanaxriconosciamo una caratteristica dello stile di Bersani: usare metafore non usuali, spiazzanti, che magari si rifanno alla vita di tutti i giorni e di per sé assolutamente non poetiche. Qui la “compatibilità amorosa” è descritta mettendo vicino i due farmaci, come per evidenziare e impreziosire l’unione di due debolezze che, riconoscendosi e scegliendosi, costruiscono una forza scintillante e invincibile. Una delle cose più riuscite del brano è il movimento che permette al pensiero di compiere un vero e proprio viaggio, muovendosi dall’asettica e impoetica realtà del titolo (prime parole del testo) a una delle dichiarazioni d’amore più splendide e delicate: “Tu hai l’anima che io vorrei avere”. Dentro c’è esclusività, ci sono tutti gli stratagemmi d’autore, lo stile di chi ci aveva già abituati allo straniamento e alla dolcezza in brani come Il pescatore di asterischi o Pensandoti.

Proprio il movimento e il dinamismo sono importanti chiavi di lettura della poetica di Bersani. L’ascoltatore non sarà mai cullato eccessivamente, ci sarà sempre un’immagine spiazzante, un accordo o un ritmo inaspettati.

Per esempio, in brani come Chiamami Napoleone  o D.A.M.S. (ma in generale un po’ in tutti i brani del disco), Bersani dimostra anche un personalissimo modo di usare la musica, affidandosi a ritmi ben cadenzati. Spesso questi ritmi scandiscono accordi inusuali per la tonalità d’impianto, dosati sapientemente e alternati a momenti in cui invece la melodia si apre e si fa più gradevole.

Un dosaggio sapiente in cui tutto significa.

Il Premio Lunezia sarà consegnato a Samuele Bersani al Teatro Massimo di Pescara, durante la serata del 9 novembre (ore 21), in occasione della presenza dell’artista al Festival delle Letterature dell’Adriatico .

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