La criminalità “ha un effetto negativo sugli investimenti in generale e quelli dall’estero in particolare”. Il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ricorda che senza di essa “tra il 2006 e il 2012 i flussi di investimento esteri in Italia sarebbero risultati superiori del 15 per cento” pari “a quasi 16 miliardi di euro”. Ma non solo il numero di Palazzo Koch chiede una rapida approvazione della legge” sull’autoriciclaggio che “sarebbe comunque un primo, importante, passo dopo anni di discussione”. Secondo Visco il testo in discussione “rappresenta un compromesso tra diverse posizioni” e non esclude “ulteriori misure”.
Il ddl sul rientro dei capitali, che introduce il nuovo reato di autoriciclaggio, ha ricevuto un mese fa l’ok della commissione Finanze della Camera. Il nuovo reato però non è applicabile a chi fa volontariamente riemergere i capitali occultati e restano esclusi i beni acquistati per “godimento personale” ed è per questo che Visco parla di “compromesso”. “Creare le condizioni per tornare a crescere è oggi fondamentale e urgente – sostiene il Governatore -. Ho più volte sostenuto che l’azione di riforma deve rispondere a un disegno ampio e organico, volto a ridurre l’incertezza e ispirato a a principi di efficienza, equità e legalità”.
La criminalità, la corruzione e l’evasione “rendono impossibile la costituzione di un ambiente favorevole all’attività d’impresa, e quindi all’occupazione, e riducono le possibilità di crescita dell’economia”. Le aziende che operano nelle aree caratterizzate da alti livelli di criminalità pagavano, secondo uno studio, tassi d’interesse di circa 30 punti base più elevati rispetto a quelli pagati dalle imprese attive in zone con bassa criminalità ed erano costrette a fornire maggiori garanzie per ottenere credito”. Visco ricorda anche che nel mercato assicurativo i premi più elevati sono stati pagati in Campania, Puglia e Calabria. Il premio medio pagato a Napoli è oltre il triplo della media Ue. Inoltre l’insediamento della criminalità organizzata in Puglia e Basilicata nei primi anni Settanta ha generato nelle due regioni, nell’arco di un trentennio, “una perdita di Pil di circa il 16 per cento … la presenza della criminalità organizzata determina una distorsione nell’allocazione delle risorse pubbliche”. “Il rispetto della legalità nell’attività finanziaria è un presupposto della sana e prudente gestione delle istituzioni finanziarie. A loro volta, intermediari sani e prudenti – continua Visco – costituiscono una barriera contro la penetrazione criminale nell’economia legale l’adozione di comportamenti coerenti con il rispetto della legalità è un elemento fondamentale nella valutazione di vigilanza degli intermediari” da parte di Via Nazionale.