Cucina

Marco Bianchi, lo “chef scienziato” che usa il suo corpo come un laboratorio

Nel libro "Io mi muovo" racconta la sua battaglia per un benessere raggiungibile e consapevole: "Un po' di sport tutti i giorni e una dieta per l'80% vegetale e per il restante 20% a base di pesce e latticini magri"

Bello & buono di nome e di fatto. Marco Bianchi, lo “chef scienziato”, affascina sempre più con la sua proposta piatti salutari. Non bisogna però scordare che insieme alla buona alimentazione è necessario un allenamento quotidiano. Il volto della Prova del Cuoco ha appena pubblicato il suo ultimo libro “Io mi muovo” edito da Mondadori dove sprona il lettore a non “poltrire” sul divano nei mesi invernali, ma “a muoversi. Quella di Bianchi è una battaglia per il benessere che raccoglie sempre più adepti.

Marco Bianchi, il suo nuovo libro “Io mi muovo” è arrivato alla terza ristampa in soli nove giorni. Come si sente?
Sorpreso. Sono contento perché la gente sta iniziando a capire che è necessario mangiare bene e che si può farlo con gusto.

La stanno prendendo come modello da seguire. Sente la responsabilità?
Devo dire che tutta questa responsabilità mi spaventa e mi inorgoglisce allo stesso tempo. In dieci giorni ho ottenuto cinquemila nuovi like. C’è sicuramente molta attenzione al “personaggio Marco Bianchi” e spesso mi fa sorridere che i neofiti mi prendano come un guru.

Qual è stato il suo percorso di studi?
Sono un tecnico di ricerca biochimica e mi sono diplomato all’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano. Poi sono stato allo IEO per dodici anni, nel laboratorio di patologia molecolare. Qui all’Istituto europeo di oncologia spesso venivano organizzati seminari sull’importanza di una corretta alimentazione per la salute. Un giorno il professor Umberto Veronesi mi ha fermato e mi ha detto: “Sei bravino a chiacchierare”. Mi sono sempre divertito a parlare delle cose che amo.

Ha quindi un passato da scienziato, ma come nasce la sua passione per la cucina?
Mi è sempre piaciuto cucinare per parenti e amici e… anche per le mie fidanzate.

E cosa cucinava alle fidanzate?
Principalmente torte e dolci, delle bombe caloriche gustosissime, che ora sicuramente non cucinerei più (ride ndr.).

Quanto è importante il riciclo in cucina?
Moltissimo. È fondamentale riciclare il più possibile. Quando pelo le verdure cerco sempre, per esempio, di buttare il minimo indispensabile e di non riempire troppo il sacchetto dell’umido.

Parliamo ora del movimento fisico. Quanto è importante?
È importantissimo muoversi un po’ tutti i giorni. Le ultime ricerche scientifiche hanno dimostrato che non basta una passeggiata nel week end. Muoversi fa bene per combattere l’insorgere di patologie cardiovascolari e di malattie come i tumori.

Nel suo libro si parla di esercizi cardiofitness ad alta intensità. Sono più efficaci rispetto al classico allenamento da palestra?
Sì, sono esercizi ad alto impatto che portano via meno tempo, ma che ti fanno sudare tantissimo.

Nella prefazione del suo libro “Io mi muovo” lei dice di aver fatto “del mio corpo un laboratorio”. Cosa intende?
Che prima di dare consigli cerco di provare gli effetti che gli esercizi e l’alimentazione hanno su di me. Per questo dico che il mio corpo è un laboratorio. Poi una volta fatte le mie analisi posto tutto sui social network.

Facebook, twitter e instagram. Lei è molto attivo sui social network.
Sì, mi dicono che sono “selfie dipendente”, ma la mia idea è di far capire come stanno andando “le prove sul mio corpo”.

In cosa consiste la sua dieta?
È per l’80% vegetale e per il restante 20% a base di pesce e latticini magri. Per me è molto importante consumare carboidrati integrali ed evitare i prodotti eccessivamente raffinati, come la farina 00 e lo zucchero.

Carne non ne mangia dunque. Fa male?
Sopra una certa quantità sì. I dati scientifici raccolti dimostrano che la soglia limite di consumo di carni rosse settimanali è di cinquecento grammi e che per quanto riguarda gli insaccati è meglio non superare i cinquanta grammi.

Cosa le sarebbe piaciuto fare da bambino?
Il veterinario, ma è subentrata la pigrizia. Fare tutti quegli anni di medicina mi spaventava. In seguito ho sviluppato l’idea di voler fare lo chef, ma tutti i miei parenti mi hanno sempre scoraggiato ricordandomi che se avessi scelto quella professione non avrei avuto vacanze. Io alla fine sono diventato uno “chef scienziato”. E ho fregato tutti.