L’attore americano Robin Williams non aveva ingerito alcolici né assunto droghe prima di togliersi la vita. Questi i risultati dell’autopsia disposta dopo la sua morte. Williams fu trovato impiccato nella sua casa di Tiburon, in California, lo scorso 12 agosto. Gli esami hanno evidenziato soltanto tracce di farmaci regolarmente prescritti.
La notizia della morte aveva suscitato commozione nel mondo dello spettacolo e non solo. La moglie aveva poi rivelato che l’artista soffriva del morbo di Parkinson. Dalla serie Mork&Mindy che lo aveva lanciato come interprete comico alla fine degli anni settanta fino a Hook, Will Hunting-Genio ribelle – che gli era valso un Oscar nel 1997 come migliore attore non protagonista – Good Morning Vietnam, e ancora Mrs Doubtfire e Patch Adams, Williams era stato protagonista di una lunga serie di successi, il cui culmine era stato L’Attimo fuggente, film del 1989 di Peter Weir diventato un cult per una intera generazione.
Nato a Chicago nel 1951, figlio di una famiglia benestante – il padre dirigente della Ford, la madre ex modella – Williams aveva alternato studi tradizionali alla recitazione. Abbandonato il college si iscrive alla Juilliard school, prestigiosa scuola di arte drammatica di New York, dove mette in mostra quella mimica che lo renderà noto al grande pubblico, pochi anni più tardi, nei panni di Mork. Dopo la diffusione della notizia della morte la famiglia aveva diramato una nota chiedendo il rispetto della privacy. “Questa mattina – aveva scritto la moglie – ho perso mio marito e il mio migliore amico, mentre il mondo ha perso uno dei suoi più amati artisti e più belli esseri umani. Sono assolutamente con il cuore spezzato”. Anche il presidente degli Stati Uniti Barack Obama aveva espresso cordoglio per la morte dell’attore “unico nel suo genere”, ricordando che aveva condiviso il suo talento “in modo libero e generoso con coloro che ne avevano bisogno di più”.