Roma, via dei Frentani. L’Occidente trema: si celebra il ritorno del compagno Marco Rizzo. Dopo Pci, Rifondazione, Comunisti Italiani, Lista anticapitalista, Comunisti Sinistra Popolare, vent’anni in Parlamento e un numero imprecisato di legislature, Rizzo torna alla carica: è il segretario del Partito comunista. La stella polare è il marxismo-leninismo. L’incarnazione storica è lo stalinismo. La festa di partito si celebra in una vecchia sede del Pci. Per Rizzo, “l’unica soluzione per risolvere la crisi del sistema capitalistico è il comunismo. Le fabbriche vanno affidate ai lavoratori”. Ma a un giovane che non trova lavoro a un operaio che lo sta perdendo, parla di Stalin? “Non c’è contraddizione, il comunismo è la gioventù del mondo“. Il compagno Rizzo non ha fiducia nella democrazia parlamentare, ma grazie a una lunga militanza a Montecitorio vive con una pensione da 4500 euro netti. Un esproprio proletario? “Sono stato l’unico – replica – a essersi licenziato per non avere la doppia pensione” di Tommaso Rodano
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