Dubbi sull’efficacia delle misure per garantire il pagamento dei debiti pregressi della Pubblica amministrazione e sulla capacità di gestire i fondi europei. Preoccupazione per il ritardo nel processo di privatizzazione delle società statali e nell’attuazione della spending review. C’è questo e altro nell’ultimo rapporto della Commissione europea sui ‘Progressi compiuti dall’Italia per la correzione degli squilibri macro-economici‘. Nel documento, di cui dà conto l’agenzia Public policy, l’esecutivo Ue indirizza al governo di Matteo Renzi una lunga lista di rilievi. Ne emerge un quadro poco lusinghiero: lo sforzo di riforme del governo, si legge, “è aumentato, ma i progressi sono irregolari”. In particolare “diversi pacchetti ambiziosi di riforma ancora sono in attesa di una piena adozione” o dei decreti attuativi. La solita storia, insomma. L’Italia non ce la fa a cambiare passo rispetto al passato. Ma le critiche assumono ora un significato maggiore perché arrivano proprio mentre, secondo Repubblica, su Roma pende la spada di Damocle di un “allarme preventivo” sui conti pubblici e dell’apertura di una procedura per deficit eccessivo. Bruxelles infatti, come emerso dalle previsioni economiche d’autunno diffuse il 4 novembre, calcola che i 4,5 miliardi in più messi sul piatto dal governo per ridurre il disavanzo strutturale 2015 non siano sufficienti per abbatterlo dello 0,3 per cento.
In base ai calcoli della Commissione guidata da Jean Claude Juncker (basati su una stima del prodotto potenziale più restrittiva di quella di Roma) la correzione promessa è solo dello 0,1%. Di conseguenza si profila la richiesta di un ulteriore “sforzo” del valore di 3,3 miliardi. Da trovare attraverso minori uscite – difficile visto che già ora Renzi e il ministero dell’Economia Pier Carlo Padoan faticano a far digerire agli enti locali i tagli previsti dalla legge di Stabilità – o maggiori entrate, leggi tasse. Secondo l’agenzia Ansa a Bruxelles è in atto un confronto serrato tra “due scuole di pensiero: chi vorrebbe aprire una procedura per mettere sotto tutela l’Italia e chi spinge per un approccio più ‘politico’ e più ‘morbido’, che prenda in considerazione l’impegno di Roma a realizzare le riforme”. Non aiuta, ovviamente, il recente battibecco a distanza tra Renzi e il nuovo numero uno dell’esecutivo Ue. Anche se ora lo stesso Juncker è sulla graticola a causa dello scandalo LuxLeaks. Il verdetto finale si conoscerà il 24 novembre, quando è prevista una riunione straordinaria della Commissione per discutere delle leggi di bilancio dei Paesi Ue.
Per quanto riguarda il saldo dei crediti vantati dalle imprese, la Commissione scrive che “la strategia” messa in campo dall’esecutivo “sembra promettente”, ma potrà rispondere alle aspettative solo “se attuata secondo le scadenze e in modo rigoroso”. Al contrario, pochi giorni fa il tesoro ha ammesso che finora sono stati pagati solo 32,5 miliardi sugli oltre 56 stanziati tra 2013 e 2014. “A partire da marzo 2015 tutte le amministrazioni pubbliche, incluse quelle locali, dovranno aggiornare regolarmente i debiti contratti dal 2014” in poi, mette in guardia Bruxelles. Nel mirino finisce poi anche la gestione dei fondi strutturali: “L’Italia ha intrapreso misure” per migliorarla, ma “l’attuazione di queste misure procede lentamente e alcuni dubbi restano”. Anche perché fino a oggi, soprattutto nel Sud, l’utilizzo del denaro europeo è stato caratterizzato da “frammentazione, ritardi nella realizzazione dei progetti e scarso assorbimento dei fondi”. E all’orizzonte non si intravede un cambio di rotta: l’operatività dell’Agenzia per la coesione territoriale, istituita nel 2013, “procede a rilento”, perché in agosto ne è stato approvato lo statuto “ma lo staff non è ancora completo”.
Anche le privatizzazioni, come è noto, vanno avanti a passo di lumaca rispetto ai piani iniziali del governo. “Il programma sta incontrando ritardi”, nota dunque la Commissione, ricordando “il rinvio” della quotazione di Poste Italiane (fino al 40% del capitale) ed Enav (fino al 49%), operazioni che “potrebbero avere luogo nel 2015”. Mentre “nel breve periodo” si profilano solo la vendita delle quote del ministero dell’Economia nella holding Sth, che controlla STMicroelectronics, e “possibilmente” del 5% delle azioni di Enel. Infine “una significativa incertezza” avvolge l’attuazione della revisione della spesa, che secondo la Commissione “è di fondamentale importanza per finanziarie importanti misure negli anni a venire”.
Economia
Conti pubblici, ecco i dubbi Ue sull’Italia. Bruxelles valuta procedura di infrazione
Il rapporto della Commissione europea sui 'Progressi compiuti dall'Italia per la correzione degli squilibri macro-economici' evidenzia dubbi e preoccupazioni sull'attuazione delle norme messe in campo dal governo Renzi. Che rischia la richiesta di altri 3,3 miliardi per ridurre il deficit
Dubbi sull’efficacia delle misure per garantire il pagamento dei debiti pregressi della Pubblica amministrazione e sulla capacità di gestire i fondi europei. Preoccupazione per il ritardo nel processo di privatizzazione delle società statali e nell’attuazione della spending review. C’è questo e altro nell’ultimo rapporto della Commissione europea sui ‘Progressi compiuti dall’Italia per la correzione degli squilibri macro-economici‘. Nel documento, di cui dà conto l’agenzia Public policy, l’esecutivo Ue indirizza al governo di Matteo Renzi una lunga lista di rilievi. Ne emerge un quadro poco lusinghiero: lo sforzo di riforme del governo, si legge, “è aumentato, ma i progressi sono irregolari”. In particolare “diversi pacchetti ambiziosi di riforma ancora sono in attesa di una piena adozione” o dei decreti attuativi. La solita storia, insomma. L’Italia non ce la fa a cambiare passo rispetto al passato. Ma le critiche assumono ora un significato maggiore perché arrivano proprio mentre, secondo Repubblica, su Roma pende la spada di Damocle di un “allarme preventivo” sui conti pubblici e dell’apertura di una procedura per deficit eccessivo. Bruxelles infatti, come emerso dalle previsioni economiche d’autunno diffuse il 4 novembre, calcola che i 4,5 miliardi in più messi sul piatto dal governo per ridurre il disavanzo strutturale 2015 non siano sufficienti per abbatterlo dello 0,3 per cento.
In base ai calcoli della Commissione guidata da Jean Claude Juncker (basati su una stima del prodotto potenziale più restrittiva di quella di Roma) la correzione promessa è solo dello 0,1%. Di conseguenza si profila la richiesta di un ulteriore “sforzo” del valore di 3,3 miliardi. Da trovare attraverso minori uscite – difficile visto che già ora Renzi e il ministero dell’Economia Pier Carlo Padoan faticano a far digerire agli enti locali i tagli previsti dalla legge di Stabilità – o maggiori entrate, leggi tasse. Secondo l’agenzia Ansa a Bruxelles è in atto un confronto serrato tra “due scuole di pensiero: chi vorrebbe aprire una procedura per mettere sotto tutela l’Italia e chi spinge per un approccio più ‘politico’ e più ‘morbido’, che prenda in considerazione l’impegno di Roma a realizzare le riforme”. Non aiuta, ovviamente, il recente battibecco a distanza tra Renzi e il nuovo numero uno dell’esecutivo Ue. Anche se ora lo stesso Juncker è sulla graticola a causa dello scandalo LuxLeaks. Il verdetto finale si conoscerà il 24 novembre, quando è prevista una riunione straordinaria della Commissione per discutere delle leggi di bilancio dei Paesi Ue.
Per quanto riguarda il saldo dei crediti vantati dalle imprese, la Commissione scrive che “la strategia” messa in campo dall’esecutivo “sembra promettente”, ma potrà rispondere alle aspettative solo “se attuata secondo le scadenze e in modo rigoroso”. Al contrario, pochi giorni fa il tesoro ha ammesso che finora sono stati pagati solo 32,5 miliardi sugli oltre 56 stanziati tra 2013 e 2014. “A partire da marzo 2015 tutte le amministrazioni pubbliche, incluse quelle locali, dovranno aggiornare regolarmente i debiti contratti dal 2014” in poi, mette in guardia Bruxelles. Nel mirino finisce poi anche la gestione dei fondi strutturali: “L’Italia ha intrapreso misure” per migliorarla, ma “l’attuazione di queste misure procede lentamente e alcuni dubbi restano”. Anche perché fino a oggi, soprattutto nel Sud, l’utilizzo del denaro europeo è stato caratterizzato da “frammentazione, ritardi nella realizzazione dei progetti e scarso assorbimento dei fondi”. E all’orizzonte non si intravede un cambio di rotta: l’operatività dell’Agenzia per la coesione territoriale, istituita nel 2013, “procede a rilento”, perché in agosto ne è stato approvato lo statuto “ma lo staff non è ancora completo”.
Anche le privatizzazioni, come è noto, vanno avanti a passo di lumaca rispetto ai piani iniziali del governo. “Il programma sta incontrando ritardi”, nota dunque la Commissione, ricordando “il rinvio” della quotazione di Poste Italiane (fino al 40% del capitale) ed Enav (fino al 49%), operazioni che “potrebbero avere luogo nel 2015”. Mentre “nel breve periodo” si profilano solo la vendita delle quote del ministero dell’Economia nella holding Sth, che controlla STMicroelectronics, e “possibilmente” del 5% delle azioni di Enel. Infine “una significativa incertezza” avvolge l’attuazione della revisione della spesa, che secondo la Commissione “è di fondamentale importanza per finanziarie importanti misure negli anni a venire”.
Articolo Precedente
Tasse retroattive, quel vizietto costato ai contribuenti 10 miliardi in 4 anni
Articolo Successivo
Legge Stabilità, tra gli emendamenti anche sgravi a eletti che finanziano partiti
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Trump “aiuterà Kiev ad avere più difesa aerea dall’Ue” e ipotizza controllo Usa delle centrali ucraine. Zelensky: “Possibile pace quest’anno”
Politica
La Lega in Aula: “Dov’è l’ugenza per il riarmo da 800 miliardi?”. Meloni attacca il Manifesto di Ventotene: è caos. Le opposizioni: “Vuole coprire le liti con Salvini”
Politica
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - E' stato ricordato oggi nell'aula della Camera l'ex-deputato Mimmo Lucà, parlamentare per cinque legislatura, scomparso il 13 febbraio scorso, all'età di 71 anni. Esponente dei cristiano sociali e dei Ds, è stato anche dirigente delle Acli. L'aula ha osservato un minuto di silenzio per commemorare Lucà.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "La balla della privacy con cui la maggioranza e il governo giustificano la loro lotta senza quartiere alle intercettazioni, oltre ad essere una motivazione del tutto falsa e smentita dai fatti, ormai non regge più nemmeno rispetto alle azioni dello stesso centrodestra. Infatti, mentre alla Camera demoliscono le intercettazioni, al Senato portano avanti l'articolo 31 del Ddl Sicurezza che consentirà ai Servizi segreti la schedatura di massa dei cittadini". Lo afferma la deputata M5S Valentina D'Orso, capogruppo in commissione Giustizia.
"Non sono più credibili nemmeno quando accampano motivazioni di comodo, si smentiscono con i loro stessi provvedimenti che in realtà rispondono a un disegno ormai chiaro: indebolire gli strumenti di indagine della magistratura che possono dar fastidio ai colletti bianchi e allo stesso tempo creare un brutale sistema di repressione del dissenso e controllo sui cittadini comuni".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - La Camera è riunita in seduta notturna per finire l'esame degli emendamenti al ddl intercettazioni, quindi le dichiarazioni di voto e il voto finale che dovrebbe arrivare nella serata. I lavori sono previsti fino alle 24.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "L'Italia ha ribadito che continueremo a sostenere l'Ucraina anche nel documento approvato oggi alla Camera e ieri al Senato. E' un impegno che noi manteniamo, continueremo a fare la nostra parte. Noi non siamo mai stati in guerra con la Russia e non abbiamo mai autorizzato l'uso di nostre armi da parte degli ucraini in territorio russo". Lo ha detto Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Mi pare che la telefonata Trump-Putin sia un segnale positivo così come quella tra Trump e Zelensky. Noi abbiamo chiesto che l'Ucraina fosse coinvolta e questo è accaduto. Noi incoraggiamo tutte le iniziative che portano alla pace. Non è facile ma qualche speranza c'è". Lo ha detto il vicepremier Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Si tratta di garantire la sicurezza dell'intera Unione europea. C'è bisogno di rafforzare la sicurezza europea ma questo non significa essere guerrafondai. Per garantire la pace serve un equilibrio delle forze in campo per garantire la sicurezza dell'Europa e dell'Italia. Stiamo lavorando in questa direzione come un buon padre di famiglia che mette le finestre blindate perchè la sua famiglia sia al sicuro". Lo dice il vicepremier Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno. "Bisogna avere il coraggio di andare avanti: l'Europa è l'unico modo per essere sicuri".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Meloni non ha attaccato Altiero Spinelli. Mi sembra una tempesta in un bicchier d'acqua. Spinelli è un personaggio illustre della storia europea, lo rispetto e la presidente Meloni non lo ha mai offeso". Lo dice il vicepremier Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno.