Da tempo
lo seguo con ammirazione e con sgomento. La prima per l’energia irriducibile con cui da decenni conduce la sua lotta per un paese libero e civile. Il secondo per la stolida perfidia di un sistema che finge di non vederlo o davvero non lo vede. E invece Riccardo Orioles c’è. E ogni mese produce quel vero prodigio telematico che è I Siciliani giovani. I Siciliani: proprio come la storica testata di Pippo Fava, il giornalista ucciso a Catania il 5 gennaio del 1984 da una mafia di cui tutti in città negavano l’esistenza.Riccardo allora faceva parte dei “carusi di Fava”, la covata di giovani giornalisti che il Direttore per antonomasia aveva tirato su in un bellissimo impasto di etica e guasconeria. A quella sera di gennaio Riccardo, che ormai di anni ne ha 64, ha inchiodato la sua anima. Da allora ha fatto tante altre cose, sfidando poteri forti e solitudini. Da due mesi ha saputo di dovere più di 100 mila euro a una ditta di Trieste per una causa civile di 29 anni fa. “Fossero mille euro mi preoccuperei, così mi vien quasi da ridere, nullatenente come sono. E con gli acciacchi che ho, mi sembra di essere in una commedia dell’arte, tra avvocati e notari, medici e speziali”.