Il presidente della Cei: "L'amore non è solo sentimento, ma è decisione: i figli non sono oggetti né di produrre né da pretendere o contendere: sono i soggetti più deboli e delicati, hanno diritto a un papà e a una mamma"
Un “patto sociale” tra tutte le forze politiche del Paese. A chiederlo è il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Angelo Bagnasco, nella prolusione dell’assemblea generale della Cei che si è aperta ad Assisi, la prima dopo la conferma alla presidenza, fino al 2017, dell’arcivescovo di Genova. “Bisogna rifondare la politica, mettere cioè a fuoco che cosa vuol dire stare insieme, lavorare insieme per essere che cosa”, è l’invito di Bagnasco convinto che “remando tutti nella medesima direzione si possa uscire da onde travolgenti”. Una benedizione particolare del presidente della Cei anche per il bonus di 80 euro per le famiglie voluto dal premier Matteo Renzi. “Un primo doveroso sostegno – lo definisce Bagnasco – a cui auspichiamo ne seguano altri”.
Sguardo anche al recente sinodo dei vescovi sulla famiglia con una condanna durissima dei matrimoni gay e delle adozioni da parte delle coppie omosessuali. “È irresponsabile – afferma Bagnasco – indebolire la famiglia, creando nuove figure, seppure con distinguo pretestuosi che hanno l’unico scopo di confondere la gente e di essere una specie di cavallo di troia di classica memoria, per scalzare culturalmente e socialmente il nucleo portante della persona e dell’umano. L’amore non è solo sentimento, è ciò che è risuonato nell’aula sinodale, ma è decisione; i figli non sono oggetti né da produrre né da pretendere o contendere, non sono a servizio dei desideri degli adulti: sono i soggetti più deboli e delicati, hanno diritto a un papà e a una mamma. Il nichilismo, annunciato più di un secolo fa, si aggira in Occidente, fa clima e sottomette le menti”.
Nella sua prolusione il presidente dei vescovi italiani non ha mancato di denunciare l’aumento della disoccupazione, “che non accenna a invertire la direzione”, e la “piaga della povertà” sottolineando il pericolo che i “rassegnati al non lavoro potrebbero falsare i dati che vengono riportati sul fenomeno”. Ma anche qui Bagnasco benedice il Governo sottolineando “l’impegno dei responsabili” nel tentare di risolvere il dramma della disoccupazione. “Ci auguriamo – sottolinea il porporato – che si ragioni non solo in termini di finanza, ma innanzitutto di produzione e sviluppo, assicurando con ogni sforzo che il patrimonio industriale e professionale, di riconosciuta eccellenza, possa rimanere saldamente ancora in casa nostra”. La denuncia di Bagnasco non risparmia nemmeno “i loschi personaggi, in Italia e altrove, pronti a fare scempio di tanti giovani senza lavoro per i loro interessi. È questa – si domanda il cardinale – la globalizzazione? Quella dell’indifferenza, dell’interesse e del malaffare, anziché quella dello scambio virtuoso e di una vita degna per tutti, a partire da chi ha meno o niente?”.
Il presidente della Cei torna a chiedere maggiori contributi statali per le scuole cattoliche sottolineando che esse “non sono le scuole dei ricchi, ma di coloro che, di solito tirando il fiato per l’ingiustizia dell’apparato statale e amministrativo, si privano di molto per l’educazione dei figli”. Nel testo della prolusione anche la menzione della recente visita a Gaza della presidenza della Cei dove i vertici della Chiesa italiana hanno toccato con mano “i gravissimi problemi che causano migliaia di vittime e di sofferenze”. Da qui l’appello a “isolare gli estremisti”, unica “vera alternativa alla via della violenza”. Durissima, invece, la denuncia della “connivenza internazionale” nel “pervicace progetto di eliminare la presenza cristiana dalla Terra Santa come da altre regioni sia del Medio Oriente che dei Balcani, attraverso una persecuzione a volte evidente e brutale, altre volte subdola e mascherata, ma non per questo meno violenta”. Per Bagnasco “ciò è inaccettabile non soltanto per la coscienza cristiana, ma anche per la coscienza civile, che usa affermazioni altisonanti sui diritti umani, ma che finge di non vedere e tace di fronte ai crimini che continuano a danno dei cristiani e di altre minoranze”. “Non possiamo tacere: le comunità cristiane di tutto il mondo leveranno la voce come un’onda contro questa ingiustizia che sa di genocidio, e che raggiunge l’abiezione di crimine contro l’umanità”.
Durante l’assemblea generale, che si concluderà il 13 novembre prossimo, i vescovi della Penisola dovranno eleggere il nuovo vicepresidente della Cei per l’area dell’Italia centrale, ovvero colui che sostituirà il cardinale di Perugia Gualtiero Bassetti, pupillo di Bergoglio che gli ha imposto la berretta rossa nel suo primo concistoro. Al suo posto dovrebbe essere eletto l’arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori, segretario generale della Conferenza episcopale italiana dal 2001 al 2008, negli anni del passaggio dalla presidenza di Camillo Ruini a quella di Bagnasco. I vescovi dovranno eleggere anche il presidente della Commissione episcopale per il servizio della carità e della salute, incarico attualmente ricoperto ad interim dall’arcivescovo di Trento Luigi Bressan.