Il sottosegretario all’Economia, dopo le aperture arrivate dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, dà un nuovo via libera alle compagnie assicurative come "stampella" del sistema sanitario pubblico
“Lo Stato sarà in grado di far fronte alla crescente domanda di welfare? Questa domanda dobbiamo farcela per dare risposte intelligenti, depurate dall’ideologia. La mia risposta è no”. Lo ha detto Pier Paolo Baretta, sottosegretario al ministero dell’Economia, durante la presentazione del rapporto Meridiano Sanità di The European House Ambrosetti. “Se la risposta è onesta”, ha proseguito Baretta, “dobbiamo chiederci quale la conseguenza” e “se vogliamo non ridurre le prestazioni bisogna allargare il tavolo di chi partecipa”. In che senso “allargare”? “Alla sanità integrativa“, ha spiegato il sottosegretario, che può “aggiungere e completare quella offerta dal Servizio Sanitario Nazionale”. Perché “l’universalità della prestazione sanitaria significa che lo Stato si assicura, non solo attraverso le prestazioni fornite da enti locali come Regioni e Province, ma attraverso diversi mezzi, che il servizio sia in grado di raggiungere il cittadino”. Insomma: dopo l’apertura espressa in luglio dal ministro della salute Beatrice Lorenzin e ribadita dalle commissioni Bilancio e Affari sociali della Camera, ora da un membro dell’esecutivo arriva un nuovo, sostanziale, via libera alle compagnie assicurative come inevitabile “stampella” del sistema pubblico.