Rabbia, paura e rassegnazione. Sono questi i sentimenti che si respirano al Corvetto, quartiere popolare a sud di Milano, teatro martedì di un’incursione di un gruppo di incappucciati ad una riunione di inquilini Aler. La rabbia di chi lotta per il diritto alla casa. Quella di chi, pur avendo una casa, combatte da anni contro una gestione degli alloggi al limite della decenza. La paura del diverso, dei soprusi, dei furti, della delinquenza. La paura dell’abusivo, o quella di ritrovarsi nuovamente per strada. La rassegnazione di chi ha perso la speranza, la rassegnazione di chi vorrebbe andarsene e non riesce e quella di chi non vede una via d’uscita. Il Corvetto è uno dei quartieri popolari che in questi anni si trova in prima linea nella quotidiana battaglia per la casa. Un terreno di battaglia su cui tutti sembrano sconfitti. Sconfitti gli inquilini regolari, che pagano l’affitto e le spese e convivono con chi quelle spese e quegli affitti non li paga, innescando una spirale di degrado e disordine che sembra impossibile da contrastare. Sconfitti gli abusivi, che vivono sotto la minaccia costante degli sgomberi (un’azione massiccia è annunciata per la settimana prossima), magari dopo anni passati in lista d’attesa senza ricevere risposta. Sconfitti gli assegnatari che non ricevono gli alloggi nonostante nel quartiere ci siano centinaia di appartamenti vuoti. Il tutto mentre molte case cadono a pezzi e i cantieri aperti per le manutenzioni procedono a singhiozzo, tra fallimenti, rinvii e sospensioni  di Alessandro Madron

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