Basta con le cavolate: quelli che criticano la Cgil per la scelta della data del 5 dicembre per lo sciopero generale, quelli il ponte dell’Immacolata lo faranno.
Chi sciopererà, la stragrande maggioranza di chi sciopererà il ponte non lo farà. Perché già fa fatica ad arrivare alla fine del mese. E rinunciare a quella giornata di paga non lascia spazio a ponti o a altre amenità.
Leggere su così tanti titoli degli online e sui così tanti post di social network gli sbeffeggi di chi accusa la Cgil di voler allungare il ponte, e leggerli uscire dalle tastiere (anche dalla testa?) di tanti che si dicono “di sinistra” (posto che voglia dir qualcosa, appunto) fa piuttosto specie. Assomigliano tanto, ma tanto, al testo della canzone di Pietrangeli, Contessa: “Che roba contessa, all’industria di Aldo han fatto uno sciopero quei quattro ignoranti; volevano avere i salari aumentati, gridavano, pensi, di esser sfruttati… Sapesse, mia cara che cosa mi ha detto un caro parente, dell’occupazione che quella gentaglia rinchiusa lì dentro di libero amore facea professione… Del resto, mia cara, di che si stupisce? anche l’operaio vuole il figlio dottore e pensi che ambiente che può venir fuori: non c’è più morale, contessa…”
Non ci vedete anche voi un po’ di somiglianza, nel modo e nel tono e nel disprezzo?
Stiamo parlando di milioni di persone che rinunceranno ad un giorno di paga per difendere diritti universali. Stiamo parlando di persone che per quel giorno di paga in meno dovranno fare rinunce pesanti.
Mi fa specie difendere la Cgil. Non sono mai stato tenero con un sindacato che che secondo alcuni non è stato capace di leggere la trasformazione della realtà e, per debolezza o miopia, si è fatto mettere in un angolo, mentre secondo altri ha lasciato che la precarietà diventasse uno “standard” (perdendo però in capacità di contrattazione) perché troppo impegnato a difendere privilegi.
Ma sinceramente ho paura, molta paura della propaganda, bieca, immorale, indecente, di chi vuole mettere l’un contro l’altro armato chi presta il suo corpo per fare crescere le altrui ricchezze (leggi i lavoratori tutti). Perché chi ci vende “la crisi” come fosse una roba astratta, sa benissimo che la ricchezza complessiva è aumentata ma si è concentrata nelle mani di pochi è chi questa ricchezza detiene, o comunque di questa ricchezza si nutre grazie alle milionarie elargizioni (date durante le “cene di sottoscrizione” o altrove). E chi sottrae la nostra ricchezza per divetare più ricco è lo stesso che costruisce questa orrenda guerra tra poveri.
Ed è desolante vedere in quanti ci cascano.