A due giorni dall'accoltellamento di quattro israeliani, appiccato il fuoco ad un luogo di culto islamico nel villaggio di Al Mughayir, vicino a Ramallah. Abu Mazen: "Lo Stato ebraico rischia di innescare un nuovo conflitto religioso"
A soli due giorni dall’accoltellamento di quattro israeliani a Tel Aviv e a Ramallah, due dei quali sono morti, continua la striscia di violenze in Terra Santa. Nella notte dell’11 novembre, giorno della commemorazione dei dieci anni dalla morte di Yasser Arafat, presidente dell’Autorità nazionale palestinese, un’incendio è scoppiato in una moschea nel villaggio di Al Mughayir, vicino a Ramallah, in Cisgiordania. Ad appiccare il fuoco sarebbero stati coloni israeliani, riferiscono i funzionari dei servizi di sicurezza palestinesi. Nelle stesse ore una molotov veniva lanciata contro una sinagoga a Shfaram, città araba nel nord di Israele. Secondo quanto riporta Ynet, non si sono verificati danni né vittime. E nel crescente clima di violenza, nel quartiere di Gerusalemme Beit Safafa sono state danneggiate diverse automobili. Accanto, la scritta: “No auto, no arabi“.
“Coloni distruggono una moschea vicino a Ramallah”
Finestre infrante, testi sacri danneggiati e tracce di un liquido combustibile utilizzato per appiccare il fuoco. Ecco come la polizia palestinese ha trovato la moschea vicino a Ramallah. Dettagli che hanno portato ad avviare un’inchiesta. Al momento, sotto accusa i coloni israeliani. Anche il movimento islamico in Israele ha pubblicato un comunicato in cui lancia accuse sia ai coloni che al governo di Tel Aviv. “I responsabili vanno mandati dallo psichiatra“, è quanto ha detto un dirigente dei coloni. Ma finora la polizia israeliana non ha rintracciato gli autori dell’attacco.
Abu Mazen: “Così si rischia un nuovo conflitto”
Il presidente dell’Autorità nazionale Abu Mazen ha avvertito che le attività della destra radicale israeliana rischiano di innescare un conflitto di religione. Oggi Abu Mazen è in Giordania per un incontro con il re Abdallah sull’impennata di violenze nei Territori palestinesi e la situazione della Spianata delle Moschee. Secondo l’agenzia Màan, Abu Mazen potrebbe vedere il segretario di stato Usa John Kerry che si sta recando in Giordania per discutere con il sovrano giordano, oltre le tensioni sulla Spianata, la situazione in Siria, Iraq e con l’Isis.
Israele: ok alla costruzione di 200 case a Gerusalemme Est
La municipalità di Gerusalemme ha dato il primo via libera alla costruzione di 200 case a Ramot un quartiere nella parte est, oltre la Linea Verde del 1967, dell’abitato. Lo dicono i media. Il progetto è alla sua tappa iniziale burocratica. Amnon Arbel, vicecapo della commissione di programmazione della municipalità – ha detto citato dai media – che “il progetto ha bisogno di superare altre difficoltà e per la costruzione ci vorranno anni”.