Tra le 500 proposte di modifica "segnalate" dai gruppi parlamentari spuntano anche il dimezzamento degli 80 euro per aumentare le pensioni minime, l'esclusione dagli sgravi Irap delle aziende che negli ultimi 3 anni hanno licenziato o delocalizzato, il reddito di cittadinanza e la cancellazione della Tasi
Tassazione agevolata per il Tfr in busta paga, aumento più contenuto delle tasse sui fondi di previdenza complementare e sulla rivalutazione del trattamento di fine rapporto lasciato in azienda, revoca dei tagli ai patronati, revisione della platea di destinatari del bonus bebè. Ma anche (copyright Movimento 5 Stelle) dimezzamento del bonus di 80 euro per finanziare con i soldi risparmiati l’aumento delle pensioni minime. E addirittura (proposta di Forza Italia) eliminazione totale del bollo auto, da coprire con la spending review. C’è questo e altro nei 500 emendamenti alla legge di Stabilità “segnalati” dai gruppi parlamentari in commissione Bilancio alla Camera, dopo che martedì 1.600 sui 3.700 presentati sono stati dichiarati inammissibili. Mercoledì si è appunto arrivati alla scrematura degli ultimi 500, a cui se ne dovrebbero aggiungere altrettanti proposti dalle altre commissioni. Bisognerà attendere invece la prossima settimana per quelli del governo, e le votazioni non partiranno prima di lunedì pomeriggio. Sempre che la capigruppo di Montecitorio non decida di dare la precedenza, in Aula, al Jobs Act, che ora è in commissione Lavoro. In quel caso i tempi si allungherebbero ulteriormente.
La maggior parte delle proposte di correzione si concentrano sui temi caldi della manovra, dalle tasse sui fondi pensione e sul Tfr alla riformulazione dei vari bonus, ma non mancano le richieste con il retrogusto dell’assalto alla diligenza tipico delle vecchie “Finanziarie”. Oltre alla cancellazione del bollo auto, che costerebbe 350 milioni di euro, Forza Italia propone per esempio l’abolizione della Tasi, l’estensione della platea del bonus Irpef, e l’eliminazione delle famigerate “clausole di salvaguardia“, cioè gli aumenti dell’Iva e delle accise sui carburanti che scatterebbero nel caso in cui l’esecutivo non riuscisse a mettere a centrare i risparmi previsti. In più, il partito di Silvio Berlusconi chiede l’integrazione del fondo per le non autosufficienze, peraltro garantita dal governo, la tassazione agevolata per il Tfr in busta paga e la revisione dei tagli ai patronati.
Anche nei circa 130 emendamenti “segnalati” dal Pd c’è spazio per il ripristino dei contributi ai patronati. Si chiedono poi la soppressione o riduzione dell’aumento dell’aliquota della tassazione sui fondi pensione, la riduzione dell’Iva sugli e-book al 4%, che sarebbe quindi equiparata a quella sui libri cartacei, e il rifinanziamento della “Sabatini bis” (contributi per gli investimenti delle piccole e medie imprese in macchinari). Stando a quanto riportato dall’agenzia Public policy, una delle proposte riguarda poi la riduzione dell’impatto dei tagli di spesa sugli enti locali. C’è anche la proposta di estendere la rateazione prevista per le cartelle Equitalia a tutti i debiti fiscali, con un sistema ‘semplice’ e un tasso d’interesse agevolato al 3,69%, per un massimo di 10 anni e senza dover dimostrare di essere in difficoltà economica). Sono invece stati cassate già martedì le richieste di Stefano Fassina, che puntava a estendere il Tfr in busta paga ai dipendenti pubblici (mancanza di coperture), e quelle di Maino Marchi e Marco Causi sulla sua tassazione separata, cioè non cumulabile con il resto dell’imponibile.
Da Sel arriva la richiesta di eliminare il bonus bebè in favore di maggiori risorse per gli asili nido, estendere il bonus di 80 euro a pensionati, partite Iva e incapienti e dare quello per i nuovi nati anche ai figli degli immigrati irregolari. Il partito di Nichi Vendola propone poi di introdurre in Italia la web tax e non concedere i previsti sgravi Irap alle imprese che nell’ultimo triennio abbiano licenziato o delocalizzato, dimezzare i finanziamenti per gli F35 e riformare la Tobin tax. Altri emendamenti chiedono di limitare l’aumento delle tasse sui fondi pensione, portandole dall’11 al 15% anziché al 20 come previsto dal ddl di Stabilità. L’aliquota sulla rivalutazione del Tfr (anch’essa attualmente all’11%) dovrebbe poi fermarsi al 14% invece che salire al 17 per cento. La differenza si dovrebbe coprire aumentando la tassazione sui capitali scudati. Sel punta anche a far prorogare fino al 31 dicembre 2015 l’ecobonus al 65% per gli interventi di messa in sicurezza antisismica, a istituire un fondo per la mobilità sostenibile e a trovare soluzioni per gli insegnanti “quota 96” e gli esodati delle ferrovie.
Infine i 5 Stelle, che ripropongono il loro cavallo di battaglia, il reddito di cittadinanza, ma anche l’abolizione della Tasi. I pentastellati vorrebbero poi ridurre il bonus di 80 euro a 40 e con la copertura restante aumentare le pensioni minime da 485 euro a 600 euro, revocare il taglio dei fondi per i lavori usuranti e introdurre la possibilità per il lavoratore di revocare la destinazione del Tfr alla previdenza complementare. Un emendamento segnalato aumenta poi da 2.840,51 euro a 5.164,57 euro la soglia per poter dichiarare il familiare a carico e un altro propone la detrazione al 19% per chi assume una baby sitter o una badante. Per quanto riguarda le materie ambientali, il MoVimento propone l’aumento del contributo di costruzione per gli interventi edilizi che consumano nuovo suolo, l’aumento dei fondi per l’edilizia scolastica, delle risorse alla Protezione civile e di quelle per le bonifiche. Tagli, invece, per i finanziamenti alle scuole non statali.