C’era una volta il sogno di un lavoro che fosse “qualcosa di matto, di grosso, di bello”. C’era una volta un romanzo sul sesso e chi lo acquistava poteva usufruire di un elegante gadget modello vibratore con le forme di un rossetto da borsetta. “Passe-partout dell’amore” per lei, come, e soprattutto, per lui. Atmosfera e stile da favola per parlare di pratiche sessuali in “Love Toys” (Giunti Editore), primo romanzo di Valeria Benatti, voce popolare di Radio Rtl 102.5, che al lettore oltre al volume confezionato in una morbida scatola rossa, regala uno sgargiante oggettino, compreso di pila, per l’autoerotismo. Protagonista del racconto, e nella vita reale, la piacentina Daphne “Vibrante” Sangalli: nella finzione impiegata finita in cassa integrazione, nella realtà ex impiegata in una palestra, ma che in entrambi i casi ritrova serenità interiore e quadratura del cerchio a fine mese, con la vendita di sex toys e gli aperitivi/serate “vibranti” dove insegna a donne e uomini come si fa a ritrovare piacere personale nel fare sesso.
Una rinascita del singolo che nella dimensione finzionale di “Love Toys” diventa perfino auspicio dell’uscita dalla crisi economica che attanaglia l’Italia: un’azienda che chiude, operai in Cigs e una riconversione industriale tra colorati vibratori e creme stimolanti che torna a far gonfiare le vele dell’occupazione. “Il mio libro è una metafora sulla crisi economica italiana che ci intristisce e ci fa dibattere, ed è anche un modo leggero ed ironico per uscirne”, spiega al fattoquotidiano.it, Valeria Benatti, “avevo infatti già scritto il libro quando ho scoperto che in questo settore ci sono aziende come Mister Sex che non risentono della crisi, anzi aumentano investimenti e ricavi”. L’origine di “Love Toys” risale a quasi tra anni fa quando Valeria incontra Daphne alla presentazione di un suo saggio. Appena Benatti capisce che la ragazza con quella verve e spigliatezza nel parlare di sesso ci campa, decide di farne un libro: “Mi disse: ‘vendo vibratori’, posso venire a casa tua e raccontarti come lavoro”, dice Benatti, “poi siamo finiti nel mio salotto con miei amici e amiche mentre Daphne mi chiede di mimare con le braccia la vagina e io come nel video che ho messo in rete mi presto e rido mentre lei mima il ritrovamento del punto G”.
“avevo già scritto il libro quando ho scoperto che in questo settore ci sono aziende come Mister Sex che non risentono della crisi, anzi aumentano investimenti e ricavi”
Ma è proprio nell’universalità del racconto in cui Benatti immerge la sua paladina vibrante che qualunque lettore italiano ritroverà se stesso, la sua città, le abitudini bigotte, gli imbarazzi sociali: “Abitiamo in Italia dove c’è il Papa. Siamo un paese cattolico. E’ un grande problema. La maestra Greselin del libro io l’ho avuta sul serio: tradizionalista col crocifisso al collo, al posto della matematica ci insegnava la messa in latino, non voleva che le bimbe portassero i pantaloni. Ma soprattutto quando ero bimba il piacere femminile non era previsto, anzi era relegato alla soddisfazione del desiderio animalesco dell’uomo di fare i figli”. “Love Toys” prende infatti le mosse dalla crisi di coppia della protagonista con suo marito, uno staticità dovuta alla routine e alla stanchezza, alla mancanza di stimoli e di idee per ravvivare la fantasia dell’immaginario erotico: “Nelle coppie sposate dopo che si sono fatti figli l’attività sessuale cala paurosamente. E’ un dato di fatto, non me lo invento io. Io sono separata (l’ex marito della Benatti è il critico musicale Riccardo Bertoncelli, ndr) e i figli uccidono la libido. Dopo che li hai fatti tuo marito ti vede coma mamma e non più come compagna”. Ecco che l’armamentario di oggetti bizzarri e sgargianti, oltreché i consigli ad personam mai rigidi e definitivi di una vera sessuologa, diventano l’arma vincente per Daphne sia nel futuro lavorativo che in quello di coppia: “Questo romanzo vuole superare i cliché delle donne inebetite di fronte alle pratiche sessuali come in 50 sfumature di grigio, ma è anche una spinta per gli uomini a svegliarsi. Sono spesso loro ad essere più spaventati e ad avere difficoltà a parlare di sesso”.
Daphne ravviva la vita e le fantasie di un paesino della provincia piacentina finendo sia in luoghi pubblici come al classico bar Centrale, che in case private, a parlare con gioia di autoerotismo come di giochi erotici da provare in coppia: “Lei ci crede davvero”, spiega Benatti riferendosi alla vera Daphne, “è molto innocente, crede di essere un angioletto dell’amore”. Così oltre all’invenzione della fabula romanzata, ecco finire in libreria proprio uno dei gadget venduti dalla vera Daphne: “Ricordo ancora quando esposi l’idea alla Giunti e agli editor gli dissi ‘provatelo’ ”, chiosa la veronese Benatti, “chi se lo aspettava che li avevo convinti e ne stavano ordinando 15mila pezzi da accoppiare al libro?”.