La sonda Rosetta ha rilasciato il lander Philae, che adesso è pronto per cominciare la prima discesa mai tentata sul nucleo della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. La conferma è arrivata dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa). L’impresa, destinata ad entrare nella storia del voli spaziali, richiederà circa sette ore ed è prevista intorno alle 17,00 italiane. A settembre era stato identificato il sito dopo che il 6 agosto scorso la sonda era entrata in contatto con la cometa. Nella notte era stato rilevato un problema nella possibilità di attivare il sistema di discesa che impedisce al lander di rimbalzare sul suolo della cometa al momento dell’atterraggio. In particolare potrebbe non funzionare il piccolo motore che serve ad attutire l’imptato e che deve entrare in azione a circa 40 minuti prima che Philae si posi sulla cometa, per rendere la manovra più morbida
Progettata 20 anni fa e lanciata il 2 marzo 2004, la missione Rosetta (battezzata dal nome della celebre stele che ha permesso agli archeologi di decifrare i geroglifici egizi), era stata risvegliata dopo un letargo di 10 anni. “Dopo un lungo viaggio iniziato dieci anni fa, una sonda si poserà sulla cometa Churyumov-Gerasimenko, con il rover Philae, dal nome dell’isola del Nilo dove fu rinvenuto l’obelisco usato per interpretare la scrittura egizia. I nomi scelti per la missione non sono affatto casuali. Questi corpi celesti – aveva spiegato Enrico Flamini, coordinatore scientifico dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) -. sono, infatti, fondamentali per decodificare la parte iniziale della scrittura del Sistema solare”.
Le comete sono grosse palle di neve sporca che, come messaggi cosmici in bottiglia, ci raccontano dell’origine del nostro sistema planetario. Ma sono anche oggetti turbolenti, complicati da avvicinare e studiare, capaci di piombare inattesi all’interno del Sistema solare con orbite talvolta imprevedibili. Il passaggio ravvicinato al Sole le illumina mostrandone l’incantevole coda. Ma il loro è un fuoco effimero e, quando riescono a sopravvivere all’attrazione fatale della nostra stella, tornano presto a nascondersi nell’oscurità dello spazio profondo.
Costata circa un miliardo di euro e dal peso approssimativo di tre tonnellate, la sonda trasporta ventuno strumenti scientifici, undici dei quali sulla navicella orbitante e dieci sul lander, il piccolo robot che sbarcherà sulla superficie della cometa. “La missione è targata Esa (l’Agenzia spaziale europea), ma l’Italia, insieme a Germania e Francia, è tra i maggiori contributori – precisava Flamini -. Italiano è, ad esempio, il trapano che perforerà la superficie della cometa. Come made in Italy sono il porta campioni, il forno, tutti miniaturizzati, e i pannelli solari”.