Ho girato molto, in questi ultimi anni, per scoprire e raccontare le reti nate nel nostro Paese con lo scopo di scambiare esperienze virtuose ed eccellenze in ogni ambito.
Penso anzitutto alle reti della società civile, nate per promuovere Campagne di pressione su governi e multinazionali e cooordinare le iniziative di solidarietà, giustizia e pace a livello nazionale, che ho seguito come volontario con l’Associazione Mani Tese.
Poi alla Rete dei Comuni Virtuosi, che raccoglie le migliori esperienze amministrative, cercando di diffonderle e arricchirle in un fecondo scambio reciproco, che insieme a Marco Boschini abbiamo cercato di raccontare nel libro “L’anticasta, l’Italia che funziona”.
E alla Rete dei Comuni Solidali che, sempre nel campo delle amministrazioni, realizza bellissimi progetti sia per i bisogni presenti nei nostri territori che verso i paesi del sud del mondo, promuovendo protagonismo e restituendo a tanti speranza e dignità.
Quindi alle eccellenze nel campo della ricerca e delle ecotecnologie che insieme a Jacopo Fo, Fabio Roggiolani, Cristiano Bottone e tanti altri amici abbiamo raccolto per una meravigliosa settimana ad Alcatraz questo agosto, con il primo Festival “EcoFuturo”.
Non potrei certo dimenticare lo straordinario lavoro di connessione che sta facendo Daniel Tarozzi -con la sua squadra de “L’Italia che cambia”- fra associazioni, movimenti, cooperative, scuole e ogni autentico agente del cambiamento, molti dei quali ho avuto la fortuna di conoscere personalmente al Centro Panta Rei poche settimane fa nel primo incontro nazionale degli “Agenti del Cambiamento” e che potete trovare in questa mappa appena andata on-line e in continuo aggiornamento.
Un’altra realtà splendida che ho scoperto, grazie all’amicizia con Claudia Bettiol, e di cui vorrei qui parlarvi è quella di Energitismo, un Movimento nato oltre 3 anni fa che mette in rete imprenditori, artisti e artigiani che amano definirsi “creatori di sogni”.
Questo sabato, per la seconda volta a livello nazionale, gli associati di Energetismo si incontreranno, a Marostica, per raccontarsi e mettere in mostra le loro realizzazioni, alcune delle quali nate da collaborazioni in cui è difficile tracciare un confine fra impresa e arte.
“Selezioniamo in base alla sostenibilità e bellezza delle realizzazioni -mi dice orgogliosa la presidente Claudia Bettiol- e alla disponibilità delle persone di mettesi in gioco e creare sempre cose nuove. Guardiamo le persone negli occhi perché quello che cerchiamo sono i Tesori dell’Umanità, persone che abbiamo dedicato il loro tempo alla gioia di creare”.
E’ così infatti che, dagli incontri fra i membri di Energitismo, sono nate idee nuove poi realizzate con pazienza e ora raccontate in italiano ed inglese nel ricco portale.
Fra gli esempi più affascinanti un posto speciale merita la “La nuova Via della Seta 100% made in Italy”. Un progetto fortemente voluto dall’impresa orafa D’Orica per una nuova linea di gioielli.
Una seta “etica” come la definisce Giampietro Zonta che vede coinvolti bachicoltori italiani, cooperative di disabili e imprese per rimettere in funzione una filanda e tessere a mano prezioso tessuto italiano da Ilario Tartaglia. Per la prima volta dopo 50 anni una filanda è tornata a operare in una zona, quella delle Repubblica di Venezia, che per secoli aveva avuto proprio nella seta la sua attività principale.
Un altro progetto creativo e interessante è quello che vede coinvolto un piccolo museo e che può diventare un simbolo del ruolo di queste migliaia di istituzioni culturali in giro per l’Italia (secondo l’associazione nazionale piccoli musei ci sono oltre 8.000 realtà in Italia la maggior parte dei quali si sostiene solo con il volontariato).
“The Art of Rugby” nasce da una sinergia fra sport e arte in associazione con il Museo del Rugby. Da un’idea sorta dopo un’intervista di Energitismo al direttore del museo, l’artista Giuseppe Facchinello ha realizzato e dipinto palloni da rugby di ceramica che saranno poi promossi internazionalmente dal Museo e da Energitismo.
“Questo è quello che il mondo si aspetta dall’Italia -conclude Claudia- e che vorrebbe trovare quando viene a far visita nel nostro paese. Prima le persone e poi tutto il resto.”
Sarebbe bello se -grazie all’impegno prezioso di tante reti e tante persone attive- questo tornasse ad essere quello che anche noi italiani riusciamo ad aspettare da noi stessi!
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