La morte di Fabrizio Trecca consegna alla memoria patria la figura di un grande piduista. Se la prima virtù del massone è la dissimulazione, Trecca se ne va alla grande, dopo aver coronato il laborioso maquillage identitario che ha fatto di lui, agli occhi degli italiani, un conduttore televisivo trash e sconclusionato.
E invece si è spento a 74 anni uno degli uomini forti della loggia P2 di Licio Gelli. Nel maggio del 1981 la pubblicazione della lista degli iscritti portò, per dire, alle dimissioni del ministro della Giustizia Adolfo Sarti, la cui affiliazione era controfirmata da Trecca come garante. E anche il direttore del Tg1 Franco Colombo fu costretto a lasciare per un’iscrizione garantita da Trecca. Lo stesso Gelli ha ricordato che fu lui a presentargli Silvio Berlusconi.
Maurizio Costanzo confessò in un’intervista a Repubblica di essersi infilato nella P2 grazie al reclutatore Trecca. Il quale ottenne, al termine di una lite punteggiata, secondo la leggenda, da alcuni ceffoni, la smentita: “Trecca è estraneo alla P2”. Trecca invece ha continuato a negare di essere stato capo del Gruppo 17 (stampa e tv) della P2, dove aveva con sé Berlusconi e Gustavo Selva, Roberto Gervaso e l’allora direttore del Corriere della Sera Franco Di Bella. Lui stessò impreziosì il Corriere con editoriali di politica estera firmati Fabrizio Carte.
In origine era chirurgo, e su quel pilastro ha costruito una seconda vita davanti alle telecamere. Dal 2001 al 2012 la Rete 4 del “fratello” Silvio ha ospitato il suo programma di salute Vivere meglio senza curarsi degli ascolti. Indimenticabile lo show con cui nel 2011 festeggiò a modo suo il trentennale della P2, sfottendo in diretta un ragazzo in sedia a rotelle: “E chi sta mejo de te? Eh? C’hai pure la faccia de uno coi sòrdi”. Il poveretto ammise: “Sto bene di famiglia”. E lui: “Lo vedi che non me sbajo mai. Oh, ma ‘ndo sta ‘a fidanzata? Eccola, pure bella ‘a fidanzata, cose da pazziii …”.
Giusto ricordarlo così il professor Fabrizio Trecca, e con lui la P2, prepotenti armati di questa squisita cultura.
il Fatto Quotidiano, 13 Novembre 2014