La morte di Fabrizio Trecca consegna alla memoria patria la figura di un grande piduista. Se la prima virtù del massone è la dissimulazione, Trecca se ne va alla grande, dopo aver coronato il laborioso maquillage identitario che ha fatto di lui, agli occhi degli italiani, un conduttore televisivo trash e sconclusionato.
Maurizio Costanzo confessò in un’intervista a Repubblica di essersi infilato nella P2 grazie al reclutatore Trecca. Il quale ottenne, al termine di una lite punteggiata, secondo la leggenda, da alcuni ceffoni, la smentita: “Trecca è estraneo alla P2”. Trecca invece ha continuato a negare di essere stato capo del Gruppo 17 (stampa e tv) della P2, dove aveva con sé Berlusconi e Gustavo Selva, Roberto Gervaso e l’allora direttore del Corriere della Sera Franco Di Bella. Lui stessò impreziosì il Corriere con editoriali di politica estera firmati Fabrizio Carte.
In origine era chirurgo, e su quel pilastro ha costruito una seconda vita davanti alle telecamere. Dal 2001 al 2012 la Rete 4 del “fratello” Silvio ha ospitato il suo programma di salute Vivere meglio senza curarsi degli ascolti. Indimenticabile lo show con cui nel 2011 festeggiò a modo suo il trentennale della P2, sfottendo in diretta un ragazzo in sedia a rotelle: “E chi sta mejo de te? Eh? C’hai pure la faccia de uno coi sòrdi”. Il poveretto ammise: “Sto bene di famiglia”. E lui: “Lo vedi che non me sbajo mai. Oh, ma ‘ndo sta ‘a fidanzata? Eccola, pure bella ‘a fidanzata, cose da pazziii …”.
Giusto ricordarlo così il professor Fabrizio Trecca, e con lui la P2, prepotenti armati di questa squisita cultura.
il Fatto Quotidiano, 13 Novembre 2014