Il capo della Casa Bianca ha chiesto al team della sicurezza nazionale di rivedere la politica Usa verso la Siria. Lo riferisce la Cnn. Secondo un alto funzionario dell’amministrazione, sarebbero in corso discussioni e "un costante processo di ricalcolo"
Barack Obama ha chiesto al team della sicurezza nazionale di rivedere la politica Usa verso la Siria, dopo aver realizzato che l’Isis potrebbe non essere sconfitto senza una transizione politica nel Paese e la destituzione del presidente Bashar al Assad. Lo riferisce la Cnn che cita alcuni funzionari. La revisione chiesta da Obama è una tacita ammissione che la strategia iniziale nel tentare di contrastare l’Isis senza concentrarsi anche sulla deposizione di Assad è stata errata. Solo la scorsa settimana, la Casa Bianca ha organizzato quattro incontri con il team per la sicurezza nazionale, uno dei quali presieduto da Obama e gli altri dal segretario di Stato. Questi incontri, nelle parole dei funzionari, “sono stati guidati in larga misura su come la strategia sulla Siria si inserisce in quella contro l’Isis”. “Il presidente ci ha chiesto nuovamente di vedere come queste si inseriscono insieme”, ha detto un alto funzionario alla Cnn.
“Il problema del lungo regime in Siria è ora aggravato dalla realtà che per sconfiggere davvero l’Isis, abbiamo bisogno non solo di una sconfitta in Iraq, ma di una sconfitta in Siria”, ha aggiunto. Ad ottobre, gli Usa hanno sottolineato che la “strategia in Iraq” per contrastare i jihadisti era una priorità e le operazioni in Siria servivano per agevolare questa condizione in Iraq. Washington sperava di avere tempo di addestrare e armare i ribelli siriani moderati per combattere l’Isis e infine il regime di Assad. Ma con l’esercito siriano libero che combatte su due fronti – da una parte le forze di Assad e dall’altra gli estremisti dello stato islamico e di gruppi come Al Nusra – i funzionari hanno ammesso che quella strategia non è sostenibile. Altre fonti, tuttavia, hanno negato alla Cnn che Obama abbia ordinato la revisione, ammettendo però che ci sia preoccupazione su alcuni aspetti strategici. Secondo un alto funzionario dell’amministrazione Obama, sarebbero in corso discussioni e “un costante processo di ricalcolo“.