Una mail per chiedere una sorta di censimento delle scuole in cui è diffusa “l’ideologia gender”. Il testo inviato da Don Fabio Landi, un collaboratore di Don Gian Battista Rota, responsabile del settore insegnanti di religione cattolica della Diocesi di Milano, e ricevuto da circa 6000 insegnanti di religione, ha scatenato una polemica così forte da spingere don Rota alle scuse. “La comunicazione mandata sabato 8 novembre agli insegnanti di religione della Diocesi di Milano da un collaboratore del Servizio Insegnamento Religione Cattolica è formulata in modo inappropriato e di questo chiediamo scusa”. Intento originario, secondo quanto riferisce la Diocesi “era esclusivamente conoscere il loro bisogno di adeguata formazione per presentare, dentro la società plurale, la visione cristiana della sessualità in modo corretto e rispettoso di tutti”. Eppure su quanto avvenuto aveva espresso le sue perplessità il cardinale Angelo Bagnasco, che precisando che non era a conoscenza della notizia, aveva detto: “Mi sembra estremamente improbabile e strano che possa esserci un censimento di questo tipo nelle scuole”.
Il testo della lettera, una mail, però pare senza equivoci: “Cari colleghi, come sapete in tempi recenti gli alunni di alcune scuole italiane sono stati destinatari di una vasta campagna tesa a delegittimare la differenza sessuale affermando un’idea di libertà che abilita a scegliere indifferentemente il proprio genere e il proprio orientamento sessuale. Per valutare in modo più preciso la situazione e l’effettiva diffusione dell’ideologia del ‘gender’, vorremmo avere una percezione più precisa del numero delle scuole coinvolte, sia di quelle in cui sono state effettivamente attuate iniziative in questo senso, sia di quelle in cui sono state solo proposte. Per questo chiederemmo a tutti i docenti nelle cui scuole si è discusso di progetti di questo argomento di riportarne il nome nella seguente tabella, se possibile entro la fine della settimana. Grazie per la collaborazione”.
Sulla lettera è intervenuto anche il sottosegretario alle Riforme Ivan Scalfarotto: “Penso che con un eufemismo si possa definire inopportuna la lettera inviata dalla Curia di Milano agli insegnanti di religione perché segnalassero le scuole dove si svolgono o vengono anche solo proposte iniziative sull’omosessualità e il gender. L’iniziativa di don Gian Battista Rota con tutta probabilità è frutto di un eccesso di zelo non adeguatamente ponderato. Non si capisce infatti cosa c’entri questa ‘indagine conoscitiva’, che ha tutte le apparenze della schedatura, con il lodevole proposito di preparare gli insegnanti di religione ad affrontare questi argomenti ‘nel rispetto di tutte le posizionI come dice la mail”. “A quel che pare, la Curia stessa ha provveduto a far rientrare l’iniziativa e questo è certamente positivo – continua Scalfarotto – Rimane però la preoccupazione per un’impostazione della Chiesa istituzionale che vive come una aggressione ai propri valori e alle proprie legittime convinzioni quella che è in realtà una normale evoluzione dei costumi e della comunità. Gli insegnanti di religione svolgono una importante funzione in una scuola pubblica che è e deve restare laica – concludeva Scalfarotto – Trasformarli, o dare l’impressione di volerli trasformare, in una sorta di agenti segreti o delatori è lesivo della loro dignità e nuoce ad una Chiesa che tanti, credenti e non credenti vorrebbero accogliente e inclusiva. Ma intanto sono arrivate le scuse.