Il gruppo estremista continua la sua avanzata nel nord-est del Paese per l'instaurazione di un califfato islamico sul modello di quello nato in Siria e Iraq. Gli abitanti della zona fuggono: "Sentiamo spari tutti i giorni. Tagliano le mani ai sospettati di furto"
Continua l’avanzata di Boko Haram nel nord-est della Nigeria, con l’obiettivo di creare un califfato islamico sullo stile di quello guidato da Abu Bakr Al Baghdadi in Siria e Iraq. Il 14 novembre, i miliziani fedeli ad Abubakar Shekau hanno conquistato due città dell’area confinante con il Camerun e, a quanto racconta il senatore Ali Ndukme a France Press, anche Chibok, dove lo scorso 14 aprile il gruppo terroristico rapì 200 ragazze da un liceo per ridurle in schiavitù e venderle come spose.
Un’avanzata, quella di Boko Haram, sostenuta da centinaia di guerriglieri e che sta continuando a “mangiare” terreno. Fonti locali fanno sapere che i fondamentalisti stanno conquistando territori dello Stato di Adamawa, tra cui le due città di Hong e Gombi, puntando verso la capitale Yola. I miliziani, che circa due settimane fa avevano conquistato anche Mubi, il centro commerciale della regione, hanno perso il controllo della “città dell’Islam”, come era stata ribattezzata, e dove veniva già applicata la Sharia secondo un approccio estremista. Nella zona, secondo le testimonianze di alcuni abitanti, erano già avvenute, ad esempio, amputazioni di mani nei confronti di presunti colpevoli di furto. La conquista delle due città dello Stato del nord-est è avvenuta, continuano gli abitanti, in maniera molto violenta. I miliziani hanno appicato incendi alla stazione di polizia, alle sedi dell’amministrazione e del mercato, a Gombi, e hanno distrutto il commissariato a Hong, dove hanno anche issato la loro bandiera nera sulla residenza di un ex generale dell’esercito in pensione.
Le azioni dei guerriglieri al confine tra Nigeria e Camerun si sono intensificate negli ultimi mesi, portando spesso a sconfinamenti da parte dei combattenti. Da luglio, se ne contano una ventina, grazie anche al fatto che i circa 2mila chilometri di frontiera tra i due Paesi sono rimasti scoperti dopo la ritirata dell’esercito nigeriano. Il controllo dei confini è quindi rimasto in mano esclusivamente ai militari camerunensi, che si stanno organizzando per fermare l’avanzata degli uomini di Shekau. Gli abitanti dei villaggi limitrofi, però, non vogliono correre il rischio di conoscere la violenza e l’oppressione degli uomini di Boko Haram e stanno abbandonando le loro case. “Non eravamo abituati al rumore degli spari, ma ora li sentiamo ogni giorno. Stare qui è pericoloso, soprattutto quando dobbiamo andare a comprare da mangiare al mercato, vicino al confine”.