Non si pente e non ha intenzione di chiedere scusa. Ernesto Carbone (deputato Pd) sottoscrive in pieno i 140 caratteri del suo tweet sullo sciopero-ponte della Cgil, proclamato per venerdì 5 dicembre. “Di lunedì avrebbe avuto una valenza maggiore, io ho il massimo rispetto per i sindacati, ma questo è il mio pensiero, il 90% degli scioperi è previsto nel fine settimana, perché?” afferma l’onorevole del Pd. Se la Cgil si prepara allo sciopero a ridosso dell’Immacolata, alla Camera è giovedì, il giorno della fuga da Roma. I parlamentari con i trolley in mano sono in partenza già dal primo pomeriggio. “Non è vero che lavoriamo dal martedì al giovedì, si vota in quei giorni, ma io lavoro tutta la settimana, nel territorio” specifica il deputato democratico Matteo Colannino. “Non facciamo il ponte lungo ogni settimana, io sono qui dal lunedì al venerdì, adoro il mio lavoro e voglio svolgerlo al meglio – dichiara ancora Carbone – non so cosa fanno gli altri mie colleghi, siamo 630, ognuno risponde alla sua coscienza”. Chi ha peccato scaglia la prima pietra, si potrebbe dire. In effetti la produttività del Parlamento italiano è tra le più basse in Europa. “Si lavora due giorni e mezzo alla settimana, chiederemo ai parlamentari di lavorare di più, anche il sabato e la domenica” aveva dichiarato nel settembre scorso la ministra Maria Elena Boschi. “Io lavoro settanta ore a settimana, non so se il ministro conosce cosa significa stare nel territorio” replica Marilena Fabbri del Pd. “Coltivare i collegi, stare vicino agli elettori, sono impieghi a tempo pieno, più importanti che stare in Aula” risponde Machaela Biancofiore che sulla polemica della Cgil ribadisce: “E’ evidente che serve a fare il week-end lungo” di Irene Buscemi
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