La Regione Lombardia sta per approvare il disegno di legge n. 140 “Disposizioni per la limitazione del consumo di suolo e la riqualificazione dei suoli degradati”. Come al solito le belle parole contrastano con il contenuto del testo. È una peculiarità del nostro legislatore. Se mai emanerà un giorno una legge avente per oggetto come si uccidono le mucche la intitolerà “Norme per la tutela e la salute del patrimonio zootecnico”.

Agricoltura

Al riguardo del ddl, l’Istituto Nazionale di Urbanistica ha redatto un chiaro testo di analisi del contenuto dell’atto. “Innanzitutto si torna a considerare come Superficie agricola – Sa (la sola di cui ci si preoccupa di limitare la trasformazione antropica, trascurando i processi di urbanizzazione di tutti gli altri suoli liberi naturali) non quei terreni effettivamente utilizzati per attività agricole nella situazione “di fatto”, ma le sole aree come tali disciplinate dal Piano di governo del Territorio vigente. Mentre tutti quei terreni liberi che, per quanto ancora naturali o utilizzati per attività agricole, vengono destinati dal Pgt ad una futura trasformazione urbana vengono considerati come suoli “già urbanizzati”. Appare perciò evidente che il nuovo piano non vuole porre limiti all’edificazione prevista dal Pgt. Ma, quel che è forse ancor peggio è “la scelta di rimandare al Piano Territoriale Regionale (Ptr), in corso di revisione, la determinazione delle modalità e degli indicatori di quantificazione del consumo di suolo, nonché la definizione dei criteri e degli indirizzi operativi che dovranno essere applicati per il suo contenimento.” Il che significa che nulla si cambia per il presente, ma chissà quando si cambierà in futuro.

Il risultato è che in Lombardia le aree libere che già oggi potrebbero essere coinvolte in processi di urbanizzazione superano ampiamente i 55.000 ettari, una quantità addirittura superiore ai 47.000 ettari consumati in Lombardia tra il 1999 e il 2012.

Ieri sentivo alla radio il Ministro Galletti che parlava della necessità di una legge nazionale sul consumo di suolo. Forse non si ricordava che tale disegno di legge fu presentato dal ministro per le Politiche Agricole Catania nel governo Monti, ma non fu mai approvato. C’erano leggi più urgenti da mandare avanti. Se esso fosse stato approvato varrebbe per tutte le Regioni e non si assisterebbe a questa norma burla della Lombardia.
Ma il ministro Galletti ha anche detto che bisogna fare fronte all’emergenza oramai ricorrente (e, come tale, non più emergenza) delle alluvioni e del dissesto, “ovviamente senza abbattere le case”. Ma mi piacerebbe davvero sapere come si può pensare di mettere in sicurezza l’Italia senza anche abbattere e delocalizzare tutto ciò che è stato costruito dove non si doveva. Me lo dica, ministro: forse intubando altri corsi d’acqua? Alzando argini? Cementificando alvei? Me lo dica, sono curioso. Certo, abbattere il costruito fa perdere voti. Ma volete conservare la poltrona o salvare l’Italia”?

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Associazionismo e politiche virtuose: viaggio fra le reti delle eccellenze italiane

next
Articolo Successivo

Il greenwashing di Shell

next