When they write the history of our time, the fact that Shell executives watched the Arctic melt and then led the rush to go drill for oil in that thawing north, will provide the iconic example of the shortsighted greed that marks the richest people on our planet.
Bll Mc Kibben, Londra 4 Novembre 2014
La Royal Dutch Shell decide di sponsorizzare una conferenza a Londra, il 3-4 Novembre sui cambiamenti climatici. Si tratta della 18esima Annual Chatham House Conference on Climate Change. L’organizzazione non rivela i nomi dei conferenzieri per favorire il dibattito e la partecipazione. E’ una sorpresa. E quindi la Shell manda alcuni dei suoi dirigenti per mostrare al mondo quanto tengono al pianeta. Come dire: ci siamo anche noi, e quindi vuol dire che ci crediamo alla difesa dell’ambiente.
E infatti se uno va sul loro sito vede solo magnifici interventi caritatevoli: la Shell che finanzia campi di calcio “green” con l’approvazione di Pelè, la Shell che cerca si fa aiutare dai vermi a creare carburante biologico, la Shell che si preoccupa della sostenibilità ambientale per i non vedenti. Insomma tutto fuorché petrolio e trivelle, il loro core business! Tutto fuorché i disastri in Artico o in Nigeria.
E quindi per continuare il greenwashing riempiono Londra di poster e di manifesti per pubblicizzare il loro impegno verde in concomitanza con la conferenza. Altro greenwashing! Ricordano che loro sono dei bravi cittadini per fermare i cambiamenti climatici e che lavorano per “tenere accese le luci” per quando le nostre figlie saranno cresciute. Sul manifesto mettono una innocente bambina che dorme, giocando con i nostri sentimenti.
Ma… quanto petrolio estrae la Shell? Le loro stesse stime parlano di circa 2.8 millioni di barili ogni giorno!
Cioè ammesso e non concesso che sia intelligente costruire impianti di stoccaggio di CO2, tutto l’enorme lavoro che servirà per costruirlo, sperimentarlo e metterlo in azione, servirà solo per stoccare una percentuale piccolissima di anidride carbonica prodotta!
Inizia la conferenza. C’erano molti attivisti fuori e dentro la conferenza: gente normale che, per l’ennesima volta chiedeva a chi governa di fare la cosa giusta.
Ad insaputa della Shell, fra i relatori, c’è Bill McKibben, dell’organizzazione 350.org che non ha peli sulla lingua e che dice: “Non sapevo che la Shell fosse fra gli sponsor di questa conferenza quando ho deciso di partecipare, ma sono contento di poter dire in pubblico che questa compagnia è fra le più irresponsabili del pianeta. Quando scriveranno la storia di questi nostri tempi, scriveranno che i dirigenti della Shell sono stati prima spettatori dell’Artico che si scioglieva e poi sono stati fra i primi nella corsa per accapparsene il petrolio. Sarà l’esempio più lampante della visione miope e della grettezza di chi crede solo al denaro”.
L’organizzazione offre alla Shell di rispondere. I dirigenti restano impassibili come se non li riguardasse. A distanza di vari giorni la Shell non ha commentato l’intervento ma rimanda gli interessati ad un discorso del CEO della Shell, Ben van Beurden pronunciato a Columbia University a Settembre del 2014. Cosa dice van Buerden? Chiede ai politici di passare al gas, di incentivare la costruzione di centrali di stoccaggio di CO2 e di un approccio “pragmatico e collaborativo” per il futuro del mondo, con poco carbone e molta energia! Nessun commento sulla necessità di non trivellare più, di salvare l’Artico, di ripulire la Nigeria.
E come possono? Nonostante le belle immagini, trivellare è il loro mestiere e difenderanno lo status quo fino all’impossibile.