Prima l’hashtag #Renziscappa, poi la mappa interattiva on line con tutti i luoghi, motivi e frequenza con cui l’attuale premier fugge dagli incontri ufficiali in cui è atteso. L’idea è nata sul profilo Twitter dei Wu Ming  il 4 novembre scorso, quando retwittando l’hasthag giratogli da un altro utente, @danffi, il collettivo di scrittura bolognese ha cominciato ad enumerare date, città e giorni in cui Renzi è letteralmente fuggito dall’incontro pubblico previsto. “Perché quando il gioco si fa duro lui scompare, tira pacchi, se la svigna, delega ad altri, tace. Riappare su Twitter gradasso e maldestro”, scrivono i Wu Ming partendo dalla fuga di quel giorno, quella di Bagnoli per presentare il decreto Sblocca Italia, annullata in extremis quando erano già state organizzate proteste dei comitati civici dell’area occidentale, scatenando perfino l’ira di De Magistris. Ma è solo l’inizio di un elenco di fuggifuggi che in pochi mesi si arricchisce di parecchi episodi. “Summit di #Torino, luglio 2014: disdetto in extremis. Visita in Val Susa, settembre 2014: pacco all’ultimo minuto”, ricordano sempre il 4 novembre con un tweet gli autori di “54”; poi ancora “#Botte agli operai di #Terni: silenzio x giorni. Accoglienza imprevista a #Brescia: via di corsa”, “Ottobre 2014: paura fischi, #Renziscappa dall’alluvione di #Genova… e i fischi li becca a #Bergamo”, “#Treviso, febbraio 2014: #Renziscappa dall’uscita posteriore del Municipio”.

In poche ore l’hashtag #Renziscappa si moltiplica in rete tanto che il materiale viene sistematizzato definitivamente in una mappa interattiva che mostra una cartina dell’Italia con dei cerchi blu sulle singole città teatro di fughe che via via si ampliano a seconda di quante il presidente del consiglio ne ha effettuate, se c’è stata contestazione, il motivo del “pacco” e da quale soggetto il premier è fuggito. In compagnia di Renzi nella mappa interattiva ci sono anche altri colleghi dell’esecutivo di centrosinistra attesi ma improvvisamente assentatesi: il ministro Boschi, il ministro Madia, il ministro Giannini (assente giustificata dalle possibili proteste a Milano il 12 novembre sul tema della scuola) e il renziano di ferro Oscar Farinetti che il 4 novembre era stato invitato a non partecipare all’incontro culturale “L’Italia s’è desta?” che si doveva tenere a Palazzo Ducale di Genova per paura di possibili contestazioni. “‘enzi (i Wu Ming l’hanno appellato così, ndr) mostra crepe perché in questi giorni ha avuto a che fare *direttamente* col conflitto sociale, stress test a cui non era preparato”, scrivono gli scrittori come possibile giustificazione alla fuga sempre dal loro profilo Twitter.

Tanto che in questa sorta di “autunno caldo” del governo Renzi il luogo da cui il premier è “fuggito” con più frequenza in pochi mesi è il Nord Ovest, più precisamente il Piemonte, culla del movimento No Tav. Nella voce “in fuga da” del grafico online si evince che Renzi e il suo esecutivo in pochi mesi sono fuggiti principalmente da “sindacati/lavoratori” e “precari scuola/studenti”, ma anche da comuni comitati di cittadini e in ben 3 occasioni anche dalle domande dei giornalisti. In un editoriale per tweet i Wu Ming sintetizzano il periodo nero del premier così: “Questo non vuole affatto dire che il ‘enzismo sia finito. Ma ha perso l’aura che i media gli disegnavano intorno. Calo di carica magnetica”. E in attesa di nuove fughe renziane da registrare aggiungono: “La tattica che funziona? I ‘controcomitati d’accoglienza‘. Le visite ufficiali che sbattono contro muri di rabbia e scherno, ovunque”.

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