Mattinata di cortei anche a Bologna, per lo sciopero sociale che in 25 città d’Italia ha unito Cobas, sindacati di base, studenti e centri sociali, tutti scesi in piazza per protestare contro le politiche di austerità dell’Unione europea e per dire no ai provvedimenti sul lavoro del governo Renzi. Sotto le Due torri circa 500 persone hanno sfilato in corteo per le vie del centro e della zona universitaria, in una manifestazione pacifica durata fino all’ora di pranzo. In testa giovani delle scuole superiori e dell’Università, e in coda le bandiere rosse dei Cobas.
Nel serpentone molti i cartelli in favore della scuola pubblica e in difesa dell’articolo 18. Mentre gli slogan hanno preso di mira soprattutto il Jobs act, i provvedimenti di Renzi, il lavoro precario e sottopagato. Ma a differenza di altre città, la manifestazione è filata liscia, senza scontri e tensioni: giusto qualche fumogeno colorato e alcuni manifesti ai muri. Niente di più. Il corteo più grande si è riunito intorno alle 10 in piazza Re Enzo, per poi spostarsi verso via Zamboni e Piazza verdi. Dopo un breve presidio davanti alle sede dell’Ufficio scolastico, sindacati, studenti e lavoratori, si sono diretti verso via Irnerio e via Indipendenza, per terminare infine in piazza XX Settembre la protesta. Manifestazione si chiuderà poi alle 18 ancora in piazza Re Enzo, dove i manifestanti si collegheranno con le altre piazze italiane occupate dalle proteste.
“Per la prima volta uno sciopero politico contro le condizioni di ricatto e precarietà che si vivono nei posti di lavoro, coinvolgerà lavoratrici e lavoratori di diversi settori”. Così il Laboratorio per lo sciopero sociale Bologna ha sintetizzato le ragioni della mobilitazione. ”Chi oggi sciopera, manifesta e cospira per lo sciopero sociale chiede un salario minimo, un reddito universale e un welfare Europei validi per tutti, cittadini e migranti, e il ritiro del Jobs Act”.
Emilia Romagna
Sciopero sociale Bologna, cortei di studenti e sindacati in piazza
Circa 500 persone hanno sfilato per le vie del centro e della zona universitaria in una manifestazione pacifica. Molti i cartelli in difesa della scuola pubblica e in difesa dell'articolo 18
Mattinata di cortei anche a Bologna, per lo sciopero sociale che in 25 città d’Italia ha unito Cobas, sindacati di base, studenti e centri sociali, tutti scesi in piazza per protestare contro le politiche di austerità dell’Unione europea e per dire no ai provvedimenti sul lavoro del governo Renzi. Sotto le Due torri circa 500 persone hanno sfilato in corteo per le vie del centro e della zona universitaria, in una manifestazione pacifica durata fino all’ora di pranzo. In testa giovani delle scuole superiori e dell’Università, e in coda le bandiere rosse dei Cobas.
Nel serpentone molti i cartelli in favore della scuola pubblica e in difesa dell’articolo 18. Mentre gli slogan hanno preso di mira soprattutto il Jobs act, i provvedimenti di Renzi, il lavoro precario e sottopagato. Ma a differenza di altre città, la manifestazione è filata liscia, senza scontri e tensioni: giusto qualche fumogeno colorato e alcuni manifesti ai muri. Niente di più. Il corteo più grande si è riunito intorno alle 10 in piazza Re Enzo, per poi spostarsi verso via Zamboni e Piazza verdi. Dopo un breve presidio davanti alle sede dell’Ufficio scolastico, sindacati, studenti e lavoratori, si sono diretti verso via Irnerio e via Indipendenza, per terminare infine in piazza XX Settembre la protesta. Manifestazione si chiuderà poi alle 18 ancora in piazza Re Enzo, dove i manifestanti si collegheranno con le altre piazze italiane occupate dalle proteste.
“Per la prima volta uno sciopero politico contro le condizioni di ricatto e precarietà che si vivono nei posti di lavoro, coinvolgerà lavoratrici e lavoratori di diversi settori”. Così il Laboratorio per lo sciopero sociale Bologna ha sintetizzato le ragioni della mobilitazione. ”Chi oggi sciopera, manifesta e cospira per lo sciopero sociale chiede un salario minimo, un reddito universale e un welfare Europei validi per tutti, cittadini e migranti, e il ritiro del Jobs Act”.
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Roma, 18 mr. (Adnkronos) - "Le affermazioni degli indagati nel procedimento Equalize che mi riguardano sono destituite di ogni fondamento. Non ho mai conosciuto, neanche indirettamente, gli appartenenti alla società Equalize. Conosco l’ingegner Sbraccia da oltre 20 anni, con il quale ho un rapporto di cordialità che non ha mai riguardato l’esercizio delle mie funzioni pubbliche di Commissario alla ricostruzione e di vice presidente del CSM, incarico peraltro cessato da quasi sette anni. Le società a lui collegate non hanno mai lavorato nelle ricostruzioni di cui mi sono occupato. Essendo totalmente estraneo alle vicende oggetto di indagine, non appena potrò visionare gli atti proporrò querela al fine di tutelare la mia reputazione". Lo dichiara, in una nota, il Commissario Straordinario alla Ricostruzione sull’isola di Ischia, Giovanni Legnini, in merito a quanto riportato da alcuni organi di stampa.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "La scelta di Israele, avallata da Trump, di riprendere i bombardamenti su una Gaza già martoriata e’ ingiusta e immorale. Considero la struttura di Hamas un legittimo obiettivo militare, ma questo scempio sui civili non è indegno. L’Europa deve intervenire". Lo scrive Carlo Calenda sui social.
(Adnkronos) - L'arresto di Gregorini, alias 'Dollarino', nasce dalla collaborazione tra la polizia colombiana e i carabinieri di Milano che hanno avviato le attività di localizzazione del latitante. Arrivato in Colombia il 2 febbraio scorso proveniente da Panama, è stato rintracciato in un appartamento da lui affittato. L'arrestato è ora a disposizione dell’autorità giudiziaria colombiana, in attesa dell’avvio delle procedure estradizionali. È stato inoltre disposto il sequestro degli apparati elettronici in suo possesso per ulteriori approfondimenti investigativi.
"L’arresto di Gregorini - si legge nella nota firmata dal procuratore di Milano Marcello Viola - rappresenta un successo strategico nella lotta contro la criminalità organizzata transnazionale, confermando l’efficacia della cooperazione internazionale tra forze di polizia nel contrasto ai latitanti di rilievo".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - “Per scrivere la risoluzione del Pd abbiamo lavorato su tre assi fondamentali. Siamo partiti dalle scelte, anche mancate, della maggioranza. Perché ebbene non dimenticarlo mai, la politica estera e di difesa di un Paese non la fa l’opposizione ma la maggioranza di Governo. L’opposizione vigila, controlla, contropropone ma non decide la politica estera di un governo. Per tenere insieme Lega, Fdi e FI hanno deciso di non affrontare i temi rilevanti. Per non dividersi restano fermi. Come succede ormai da più di due anni. E questo avviene perché la maggioranza è divisa sulla politica estera e sull’Europa, come ha dimostrato il voto a Strasburgo perché sul tema la pensa in tre modi diversi". Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia aprendo l’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari del Pd.
"Abbiamo poi lavorato sugli impegni per la costruzione di una Europa soggetto politico, l’Europa federale. E la politica di difesa comune e’ un pilastro di questo nostro impegno così come le battaglie politiche sul debito comune e sulla stessa politica estera comune. Anche per questo nel nostro testo abbiamo ribadito la nostra critica radicale al Rearm Ue.
"Poi abbiamo ribadito, come sempre abbiamo fatto nei passaggi parlamentari scorsi, la nostra posizione a sostegno dell’Ucraina, mentre anche su questo anche il governo è diviso. Abbiamo ribadito che quanto sta avvenendo a Gaza è terrificante, gravissimo e inaccettabile sul piano politico per tutta Europa e serve una reazione immediata per imporre il cessate il fuoco. Sul versante economico i focus della nostra risoluzione riguardano il tema della competitività, del bilancio comune per il quale chiediamo il raddoppio, delle risorse, dei dazi usa sui quali si risponde in maniera unitaria in Europa valutando l’intervento anche sui servizi Usa così come sulle proprietà intellettuali e le big tech, tutte questioni su cui ci sono molte opacità e silenzi da parte del governo”.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Finalmente Meloni torna in Parlamento dopo 3 mesi. È l’occasione per chiedere conto di tutte le negligenze ed errori del governo e scoperchiare contraddizioni e spaccature interne". Lo ha detto la capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Braga, nel corso dell'assemblea congiunta dei parlamentari dem a Montecitorio.
"Spetta a noi una reazione forte che metta in evidenza tutti i loro fallimenti. All’ordine del giorno del Consiglio e della nostra risoluzione ci sono tutti temi di drammatica rilevanza anche per le evoluzioni in corso e in un contesto trasformato negli ultimi mesi dall’ insediamento di Trump ai nuovo rapporti con la Russia, da Gaza alla guerra a colpi di dazi".
"La risoluzione impegna il governo italiano a assumere posizione dopo un’assenza pericoloso di iniziativa diplomatica e di gestione politica. Chiediamo un ruolo forte dell’Europa unita su tutti questi fronti, anche a favore della costruzione di una vera difesa comune europea e contraria al riarmo dei singoli stati".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Non possiamo permetterci che riparta il massacro a Gaza di cui Italia e Europa sono spettatori da mesi. Mentre venivano trucidati decine di migliaia di palestinesi, il governo italiano era impegnato a proteggere Netanyahu e a stringere le mani a lui e al suo Governo criminale". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"A livello europeo è mancata una presa di posizione forte con misure concrete quali embargo sulle armi e sanzioni a Israele. Adesso è ripartito il massacro che coinvolge, ancora una volta, donne e bambini. Un solerte funzionario israeliano ha dichiarato che quest’ultimo raid ha una funzione 'preventiva' perché c'erano 'movimenti insoliti' a Gaza".
"Ma in tutto questo come si colloca l’Europa dei diritti, che si vanta costantemente della sua 'superiore' civiltà giuridica? L'Europa che abbiamo in mente noi non si gira dall'altra parte. Questa persistente indifferenza ha macchiato la nostra storia. Ora basta!".
Milano, 18 mar. (Adnkronos) - E' stato arrestato a Cartagena de Indias, in Colombia, il latitante Emanuele Gregorini, destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'inchiesta 'Hydra' della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Milano, ritenuto "uno degli esponenti di spicco del sodalizio mafioso quale referente della componente camorrista del cosiddetto sistema mafioso lombardo. Nel corso delle investigazioni - si legge in una nota della Procura - sono emersi collegamenti diretti con soggetti legati alla 'ndrangheta".