Asd Ovidiana: un nome classico (ispirato al grande poeta latino Ovidio, il più illustre personaggio a cui Sulmona abbia dato i natali) per tornare alle origini del calcio. In Abruzzo, nella cittadina in provincia de L’Aquila, i tifosi stufi di presidenti autoritari, avventurieri inaffidabili e promesse mancate hanno deciso di mettersi in proprio. E di fondare una propria squadra, che li rappresentasse veramente. È successo la scorsa estate, dopo una stagione disastrosa per il Sulmona calcio, la rappresentativa locale che nel corso della sua storia è riuscito ad arrivare fino alla terza serie nazionale (un paio di esperienze in Serie C, seppur nei lontani Anni Quaranta). Il campionato 2012/2013 era stato coronato dalla promozione nei Dilettanti, e la società aveva anche allestito una squadra competitiva, col sogno di tornare fra i professionisti dopo oltre mezzo secolo.
A dicembre, però, l’incanto si è spezzato. Il presidente Maurizio Scelli, ex parlamentare di Forza Italia, conferma l’intenzione già espressa in passato di cedere il club. Si fa avanti un gruppo romano, ma la trattativa non va in porto e dal caos societario la squadra esce devastata. Vengono svincolati quasi tutti i giocatori in rosa, resta solo qualche giovane della juniores, a cui si aggiungeranno alcuni rinforzi tesserati in tutta fretta nel mercato invernale. La formazione che riprende il campionato dopo la sosta è completamente diversa da quella che aveva iniziato la stagione; per guidarla viene anche chiamato in panchina Pasquale Luiso, ex attaccante di Piacenza e Vicenza. Ma il girone di ritorno si rivela una lunga agonia, conclusa dalla sconfitta nello spareggio contro l’Amiternina e la retrocessione in Eccellenza.
È a questo punto che i tifosi scendono in campo. Mettono su un progetto per valorizzare il territorio e rilanciare la squadra, propongono il loro aiuto alla proprietà. Ma vedono la loro offerta respinta. E allora decidono di farsi una squadra propria, anche a costo di ripartire dalla Terza categoria. “Instabilità, dirigenti dai trascorsi poco puliti, disinteresse nei confronti degli appassionati. La stagione scorsa ci ha disgustato, quella società non ci rappresentava più”, spiega Giuseppe Cantelmi, uno dei fondatori della nuova compagine. Così è nata l’Asd Ovidiana. Il modello che più ha fatto scuola è quello dello United of Manchester, e infatti anche a Sulmona guardano all’estero: “Nel nostro piccolo ci ispiriamo a grandi club come il Barcellona, dove i supporter sono soci, partecipano alle assemblee e alle decisioni”.
Per adesso è stata creata una nuova società, con gli stessi colori di quella vecchia (il biancorosso) ma interamente nelle mani dei tifosi: tutti ragazzi giovanissimi (il presidente, Davide Silvestri, ha 23 anni), che cercano di coinvolgere il territorio. In rosa ci sono solo giocatori originari della Valle Peligna (la cosiddetta “Conca di Sulmona”, l’altopiano che raccoglie i paesi del circondario). In estate è stata lanciata una campagna di abbonamento molto particolare: sottoscrivendo una tessera da 10 euro, i tifosi finanziano il club e ne diventano soci-sostenitori. E possono anche beneficiare di una serie di sconti in negozi e attività che fanno da sponsor. Mentre alle partite le porte dello stadio comunale Vallotti sono e saranno sempre aperte a tutti: a chi va a vedere la partita viene chiesta un’offerta libera. “Vogliamo costruire una squadra che sia davvero l’espressione di Sulmona”, afferma Cantelmi. Il campionato è iniziato con qualche difficoltà (inevitabile quando si riparte da zero), ma il primo obiettivo può già considerarsi raggiunto: per assistere al derby contro il Pratola c’erano oltre seicento persone, cifre da capogiro per la Terza Categoria. “In pochi mesi siamo riusciti a diventare il calcio a Sulmona, e questo è già motivo di grande orgoglio”, conclude Cantelmi. “Ma non abbiamo intenzione di fermarci, col tempo vogliamo crescere e siamo certi di poterlo fare. Perché il calcio deve appartenere ai suoi tifosi: noi ci siamo solo ripresi la nostra passione”.