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G20: i marò e un’India che non incontra l’Italia

Per chi è interessato alla sorte dei marò italiani (Massimiliano Latorre è in Italia a curarsi da un ictus, mentre Salvatore Girone è agli arresti domiciliari presso l’ambasciata italiana di Nuova Delhi) l’incontro del G20 a Brisbane sarà cruciale.

La domanda che mi pongo è: Renzi incontrerà il primo ministro indiano Modi? O meglio: Modi incontrerà Renzi? Dai giornali italiani e da quelli indiani la questione non sembra all’ordine del giorno. Modi, che rappresenta un paese di un miliardo e duecento milioni di abitanti, un’economia in corsa per diventare la prima al mondo nel giro di un decennio, ha in agenda moltissimi incontri, ma per ora non è dato sapere.

Spero tanto che le diplomazie (soprattutto quella italiana) non siano al lavoro per incontri informali o semi clandestini. In questa vicenda quello che è mancato e continua a mancare è un’iniziativa politica. Modi è un decisionista, di quello che dice qualche cosa fa, e da un incontro a quattr’occhi potrebbe nascere una soluzione. E’ il momento della politica, non dei tecnicismi, gli avvocati fino ad ora non hanno cavato un ragno dal buco. Esprimo questa idea, stando qui da un po’ e frequentando l’India tutti gli anni per i progetti nelle baraccopoli di Vivere con lentezza e mi rendo sempre di più conto dell’impalpabilità della presenza italiana in questo paese.

Il nostro vessillo oggi è dato dalla presenza di Alessandro Del Piero nella squadra dei Dynamos di Delhi, ultima in classifica di un girone a 8 squadre, formata da vecchi praticanti del pallone. Per il resto le auto Fiat sono rarissime, e molti vecchi Apecar Piaggio fanno da taxi a basso prezzo. La rotta aerea su Delhi è praticata da Air India. Tutto denota un’assoluta inadeguatezza e incomprensione della dimensione e della complessità di questo paese che viene rappresentato dai media italiani per le sue eccentricità o per i suoi eccessi (il ministro dello Yoga o la violenza sulle donne) ma non capito per le sue ambizioni, la sua forza e la sua potenza, la sua cultura e la sua storia.

Di italiani in giro ce ne sono tanti, non solo turisti, tanti artigiani, tecnici, che lavorano e commerciano, tanti che fanno volontariato, stimati e apprezzati più che in Italia. Ma qui è assente l’Italia, non che la cosa mi dispiaccia, ma se vogliano una soluzione equa per i nostri militari e magari anche per il numero imprecisato di nostri connazionali in carcere, l’Italia di governo ci deve essere.

Jaipur, 15 novembre 2014

Vivere con lentezza