La Toscana prepara una spending review da 444 milioni di euro ma ne distribuisce 12 in premi ai suoi dipendenti con importi in aumento - visto che il numero dei dirigenti scende ma il fondo resta lo stesso - tra i 3700 e i 16mila euro. Il governatore Rossi: "Soldi dovuti per legge ma è uno scandalo che ai dirigenti vadano premi superiori ai salari dei dipendenti"
Dipendenti tutti super-produttivi o criteri di valutazione del personale troppo poco stringenti? È la domanda che ci si fa quando si analizza la distribuzione del premio di produttività elargito quest’anno dalla Regione Toscana ai dipendenti di giunta, consiglio e Artea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) per il lavoro svolto nel 2013. Il 99% dei 2477 semplici dipendenti e il 78% dei 130 dirigenti – si apprende dal sito della Regione alla voce ‘amministrazione trasparente’ – ha potuto incassare almeno il 90% dell’importo massimo previsto per il premio di produttività relativo a ciascun comparto. Ritornello simile per gli otto direttori generali. Per la produttività 2012 le cose non erano andate molto diversamente. L’ammontare complessivo dei premi per le performance del 2013 è di circa 12 milioni di euro. L’entità del premio? Mediamente tra i 3700 e i 5180 euro lordi – si legge sempre sul sito – per il personale delle categorie, tra i 1595 e i 3092 euro per le posizioni organizzative, 16.457 euro per il personale dirigente. Cifre ancora più elevate per i direttori.
Non è però strano che una percentuale così elevata di dipendenti riesca a incassare la quasi totalità del premio previsto? “I dirigenti della Regione – risponde l’assessore al Bilancio Vittorio Bugli a ilfattoquotidiano.it – valutano il personale seguendo criteri oggettivi standard. Stiamo comunque cercando di adottare meccanismi di valutazione sempre più stringenti e severi per ottenere una maggiore diversificazione della premialità”. L’esponente del Pd poi precisa: “Nessun regalo, e ricordiamoci anche che il contratto dei dipendenti pubblici è bloccato da più di cinque anni“. Ad accendere i riflettori sulla questione era stata nei giorni scorsi Repubblica, Bugli aveva puntato il dito contro la legge Brunetta del 2009 sulla produttività nel pubblico impiego: “Va cambiata. Le fasce con cui si giudica la produttività sono sbagliate e anche i criteri di costituzione dei fondi destinati ai premi andrebbero corretti”. Intanto scoppiano le prime polemiche: “Pagare tutto a tutti – attacca il consigliere regionale Paolo Marcheschi di FdI – produce solo un impoverimento della qualità della pubblica amministrazione”.
Al nostro taccuino Bugli ha aggiunto: “L’utilizzo dei fondi dedicati alla produttività ha regole troppo rigide: servirebbe più libertà per poter spostare risorse da un fondo all’altro e per poter diversificare maggiormente all’interno di ogni singolo comparto, per evitare appiattimenti”. A far storcere il naso a molti è stata soprattutto l’entità del superbonus incassato dai dirigenti: una media di 16.457 euro lordi contro i 13890 dell’anno precedente. Perchè 2500 euro in più? “Il numero dei dirigenti è diminuito – spiega Bugli – ma la dotazione del fondo da cui si è dovuto attingere è rimasta la stessa”.
Secondo i calcoli effettuati da La Nazione tra stipendio base, retribuzione di posizione e premi di produzione alcuni dirigenti riuscirebbero a guadagnare quasi tutti più di 100mila euro l’anno ma ci sarebbe anche chi avrebbe superato quota 150mila. L’assessore ricorda comunque l’impegno della Regione per la razionalizzazione della struttura: “Nel 2010 i dirigenti erano 139, a breve saranno poco più della metà. E nei prossimi due anni il 10% dei dipendenti potrà andare in pensione”. Il governo Renzi ha infatti imposto alle Regioni una “sforbiciata” da 4 miliardi di euro e la Toscana dovrà fare a meno di 444 milioni di euro. Sulle polemiche relative ai premi è intervenuto su Facebook anche il governatore Enrico Rossi: “Facciamo chiarezza. Il premio di produttività è previsto per legge nazionale e quindi deve essere erogato obbligatoriamente”. Poi però ha aggiunto: “Noi abbiamo comitati di valutazione e cerchiamo di fare del nostro meglio ma capisco che è uno scandalo che oggigiorno vadano ai dirigenti premi paragonabili o superiori ai salari annuali dei lavoratori delle fasce più basse”. Rossi lancia infine la sfida: “A Roma chiederò che il governo introduca nella Legge di stabilità l’abolizione del premio per direttori e dirigenti. Le regioni sono costrette a risparmiare ma le leggi nazionali ci costringono a spendere anche dove se ne potrebbe fare a meno. Mi aspetto che anche i sindaci chiedano al governo la stessa cosa”.