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“Vita da Bestie”, il surreale esordio letterario del batterista della Bandabardò

Un libro scritto da Alessandro Nutini tra un concerto e l'altro, per parlare di ricci e koala, superstizioni e premonizioni, nonna e generazioni e, in fondo, d’amore. "Spesso la creiamo a nostro uso e consumo, l'infelicità, per crogiolarci nel blues"

di Maurizio Di Fazio

Divertente e surreale, notturno ma solare, a tratti esilarante l’esordio letterario di Alessandro Nutini, “Vita da Bestie ” (Ouverture Edizioni, 12 euro). Lui è il batterista di una delle band più amate in Italia degli ultimi quindici anni: la Bandabardò, combo di barbudos d’oggi, frikkettoni, nomadi e combat-folk-rock. E questo libro lo ha composto a notte fonda, o tra un concerto e l’altro, “quando gli andava”. “Vita da bestie” è un diario sul web stampato e sequenziale, anche nella sua struttura grafica; o meglio ancora, appunto, un bestiario contemporaneo, che saltella dal piccolo racconto bislacco al commento misericordioso o abrasivo su piccole e grandi storie di politica, attualità, costume.

Fiorentino purosangue, con un’accesa fede calcistica per la “Viola”, nel 2013 Alessandro Nutini ha dato vita con Giacomo Costa al blog “Le pene dell’orso”, in cui ha interpretato il ruolo dell’amabile plantigrado. Ed è tutta lì la genesi del libro. Che comincia con una sezione “Onanews”: “Niente da fare, non riesco più a leggere la homepage di Repubblica.it per sapere cosa accade su questa palla abitata da umani. Vi prego, fate togliere quella pubblicità di biancheria intima dalla colonna di destra, o giratemi un numero verde anti-ipnosi…”. E visto “che spesso la creiamo a nostro uso e consumo, l’infelicità, per crogiolarci nel blues”, e che “è evidente che i segni sul corpo di Stefano Cucchi sono stati provocati da un sasso scagliato da Tanque Silva, un manifestante che anni fa uccise intenzionalmente Carlo Giuliani con un “colpo di tacco mancato”… non resta che filosofeggiare “a punti”, fare sogni acidi e in 4D, sperimentare in cucina mescolando gli avanzi del take away cinese con fette di arista al forno, narrare di tennis, polluzioni, sensi portatili della vita ed esistenze segnate per sempre dal palinsesto Rai anni settanta, dalla “Famiglia Barbapapà”, “il cartone animato più erotico mai messo in onda, con tutti quei sottintesi osé dietro il tenue paravento ecologista”…

E poi parlar di ricci e koala, superstizioni e premonizioni, nonna e generazioni; e in fondo, ontologicamente, d’amore. E se Alessandro si fosse candidato alle primarie del Pd avrebbe dovuto confessare pubblicamente che nel suo “pantheon ci sono Bombolo ed Ezio Sella”. Come in quelli di tanti altri politici veri e pure blasonati, ma quelli mai lo dichiarerebbero. La sincerità e l’autoironia e la cognizione della commedia umana, una merce rara, ma tra i motori più efficaci di questo “Vita da bestie”. Dello stesso autore, scherza l’autore stesso nella coda del libro, “L’uso della sottiletta nella cucina moderna”, “Ho ragione io! Educazione alla tolleranza” e “Come oscurare la stanza e dormire meglio”. E se la sua band-madre, la Bandabardò, in uno dei suoi pezzi più famosi inneggia “Se mi rilasso, collasso”, il batterista-scrittore Alessandro Nutini “è una sorta di eroe postmoderno, uno slacker la cui sregolata esistenza si colloca al di fuori di ogni prestazione socialmente utile e alienante, grazie al suo fedele alleato: il letto” scrive Jenny Pacini nella postfazione . Ed è lì che il Nostro si ispira, sogna, scrive di vite da bestie e compone le sue migliori “sinfonie corporee”.

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